Come nasce un festival capace di raccogliere nella sue tre giorni 18mila presenze? Per scoprirlo sono andata a intervistare Cosmano Lombardo ideatore e fondatore del Web Marketing Festival che tra qualche settimana sbarcherà con la Summer School a Monasterace.
Come nasce il Web Marketing Festival?
«Il Web Marketing Festival ha iniziato a prender forma nel 2006, anche se l’attuale format ha solo quattro anni. Tutto è iniziato nel 2007, quando assieme all’amico d’infanzia Giorgio Taverniti – figura conosciuta nel mondo SEO (ndr) – abbiamo deciso di adoperarci per realizzare un sogno che avevamo fin da bambini, quello di metterci al servizio della società. Io e Giorgio siamo cresciuti in Calabria, nella stessa via, in un paesino di 3000 abitanti.
Crescendo io sono andato all’Università a Forlì per studiare Scienze Internazionali Diplomatiche, perché mi ero appassionato al mondo della cooperazione allo sviluppo. Nel mentre, Giorgio aveva avviato un forum. Era il 2004. Decisi di chiamarlo per convincerlo a iscriversi all’Università, all’epoca a Forlì c’era una facoltà che si chiamava Scienze di Internet. Dopo tre mesi Giorgio mi disse: «Se vuoi apprendere qualcosa fallo tu!»
Dopo l’Università…
«Dopo l’Università entrambi partimmo, io seguii la mia passione per la cooperazione allo sviluppo lavorando all’Università di Bologna, unendola all’altra mia grande passione: la formazione. Così andai a lavorare per la FAO, lì portavo avanti progetti di cooperazione – sviluppo e ambiente, su un sistema di agricoltura a basso impatto ambientale. Mi ritrovai a lavorare in Argentina con le piccole e medie imprese. Tentavo di capire come poterle internazionalizzarle, il problema è che quando parli di piccole medie imprese in Argentina parli d’indigenza e povertà. Nella maggior parte dei casi si trattava di persone che producevano dei prodotti e non avevano come venderli. Era il 2005. Ipotizzai una serie di progetti molto innovativi, che si proponevano di “sfruttare” il digitale approfittando anche della certificazione che possedevano i prodotti. Il problema era che non venivo ascoltato, per questo decisi di rientrare in Italia.»
Tornato in Italia?
«Tornato in Italia, lavorai un periodo alla cooperazione degli Affari Esteri – Dipartimento Cooperazione Internazionale -. Qui ho lavorato a progetti come la realizzazione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e su altri progetti a impatto sociale che abbinavano l’innovazione al sociale. Non ero ancora soddisfatto, nel senso che non riuscivo a sentirmi utile per impattare positivamente nella società. A questo punto ho provato a concentrarmi su altro. Mi sono confrontato con Giorgio: “Tu hai passione per la SEO, hai creato questo forum; io ho la passione per la cooperazione allo sviluppo. Facciamo qualcosa insieme di positivo per la società “sfruttando” il digitale, che nei prossimi anni sarà il principale strumento di traino”. Era fine 2006.»
Quando e dove si è svolto il primo evento?
«Nel 2007 abbiamo realizzato il primo evento a Pizzo Calabro – 13 persone – un evento gratuito per spiegare ai piccoli imprenditori come sfruttare la SEO per la promozione turistica e la promozione del territorio. Come primo evento è stato un disastro. Dopo un po’ di tempo abbiamo realizzato il secondo evento a Rimini – sempre gratuito – e c’erano 100 persone. In quell’occasione ci siamo detti: “Forse possiamo essere d’aiuto agli altri in qualche modo!” E abbiamo concluso l’evento benissimo anche se ancora non c’era nessun obiettivo di business dietro.»
Dopo il primo evento fallimentare come avete scelto di rinnovarvi?
«Finito il primo anno ci siamo iniziati a chiedere: “Ora come lo realizziamo questo tour gratuito?”. Abbiamo iniziato a rispondere alle richieste di consulenza e in qualche senso abbiamo trovato la risposta: “Facciamo consulenza per poter finanziare il tour gratuito!”
Dal secondo anno abbiamo iniziato a crescere e finalmente sentivamo che quel sogno che avevamo da piccoli lo potevamo realizzare, così aprimmo l’azienda.
In seguito è arrivato l’altro socio Andrea Pernici, che aveva la nostra stessa visione: internet come uno strumento al servizio della società. Solo in seguito abbiamo iniziato ad assumere lo staff, inizialmente sono andato a “pescare” tra i ragazzi che avevano studiato e vissuto con me durante l’Università: Angelo Marolla (social media marketing) e Vito Esposito (email marketing).»
Come riuscivate a sostenervi?
«Negli anni iniziammo a fare consulenza e formazione. Continuavamo a portare avanti sia il forum che il tour attraversando l’Italia. Da lì ci siamo domandati: “Per quale motivo non creiamo un evento che metta assieme le passioni di tutti noi? Lavoriamo sulla leva principale che è internet e creiamo un evento che abbini tutti i mondi. Ho immaginato un po’ le giornate che passavamo da piccoli, giornate fatte di studio ma anche di divertimento e di musica sempre assieme, è difficile da spiegare… Sono partito dalle mie passioni: la musica, l’arte, la cooperazione allo sviluppo.»
Come nasce l’attuale format?
«All’inizio il Web Marketing Festival si chiamava WebReevolution perché ci occupavamo esclusivamente di marketing, era un piccolo embrione con solo sei sale formative. L’anno successivo l’embrione è diventato il Festival del Web Marketing e dopo un po’ mi sono reso conto che doveva essere cambiato il format: così ho proposto di cambiare il nome in Web Marketing Festival. Da quel momento abbiamo iniziato a lavorare insieme alle persone, in un clima di costruzione condivisa. Abbiamo aperto call e lanciato iniziative. Il presupposto era infatti: “Apriamoci a tutti, ascoltiamo le loro idee e capiamo cosa ne viene fuori.” Era un po’ quello che non ero riuscito a realizzare quando mi trovavo in FAO, qualche anno prima. Facevo brainstorming con i contadini, li ascoltavo, raccoglievo le loro idee, poi tornavo alla FAO, ma non riuscivo mai ad essere ascoltato.»
Qual è per voi il ruolo dell’educazione?
«Il business è arrivato dopo, siamo partiti dagli elementi che hanno realmente un impatto nella società e che realmente crediamo siano importanti, con al centro la formazione, perché vediamo nell’educazione il futuro reale dell’umanità.
Il messaggio che vuole tentare di far passare il Web Marketing Festival è proprio questo, è un acceleratore di educazione e formazione e, di conseguenza, è un acceleratore per l’innovazione.»
Come scegliete i temi da trattare?
«Alcuni temi sono legati al vissuto personale. Da bambino sono stato molto colpito, in un certo modo mi ha segnato l’esistenza, l’attentato a Falcone. Alle elementari ho scritto diciotto pagine di tema, tanto che la maestra chiamò mia madre dicendole: “Signora questo bambino ha un problema, ha scritto diciotto pagine di tema.” La lotta alla mafia e alla cultura della legalità, è un qualcosa che ti senti dentro, quindi provare a difendere la legalità tramite il digitale penso che sia prima di tutto un dovere.»
Tu hai definito Peppino Impastato un imprenditore sociale, perché?
«Lo scorso anno ho fatto un viaggio sui 100 passi di Peppino Impastato, perché ricorrevano i 40 anni di Radio Aut, e mi sono chiesto: “Se Peppino Impastato fosse nato oggi cosa avrebbe fatto?”. E da lì ho visto in lui un imprenditore – nel senso più forte del termine – e questa cosa l’ho ribadita anche questo anno. Quello che noi vogliamo portare avanti e proviamo a rappresentare è l’imprenditore che si fa carico della società, cioè chi si fa carico delle attività che hanno un impatto positivo sulla società. Secondo me Peppino Impastato ai tempi lo è stato, più di chiunque altro che magari oggi fattura un sacco di soldi. Questo abbiamo tentato di portarlo anche all’interno delle scuole.»
Giovani e imprenditoria…
«Un altro tema grande che stiamo cercando di trattare all’interno del Web Marketing Festival è quello della diffusione dell’innovazione e dell’imprenditorialità giovanile. Abbiamo realizzato una serie di laboratori, uno si chiama “D4Sport -Digital for Sport” dedicato ai ragazzi dai 6 ai 14 anni per spiegare come funziona internet e quali grandi possibilità offre. E non ci vogliamo fermare: il prossimo anno estenderemo questi incontri con le scuole, per diffondere la cultura dell’imprenditorialità. In questo senso abbiamo creato la Startup Competition Young indirizzata ai giovani under 22 – vinta in questa prima edizione da un gruppo di ragazzi di Piombino che hanno ideato una startup per il turismo sostenibile.»
Come definisci proprio l’esperienza con i ragazzi di Piombino?
«L’esperienza con i ragazzi di Piombino è stata molto bella, perché per me era la prima esperienza diretta in aula con ragazzi così giovani. Abbiamo realizzato insieme le basi del progetto che avrebbe poi candidato alla Startup Competition Young.
Questa è una di quelle cose che ti fa capire che il Web Marketing Festival non è un evento bensì uno strumento. Oltre ai numeri dell’evento noi siamo contenti perché in qualche modo vedo che siamo veramente utili a qualcuno».
All’interno del Festival si è parlato anche di accessibilità, vero?
«Si, è un’altra delle parti a cui teniamo molto. Quest’anno abbiamo avuto come ospite in plenaria Davy Mariotti, docente, interprete e formatore sordo. Il nostro desiderio è quello di allargare gli orizzonti anche su questi temi anno dopo anno.»
Quali saranno i prossimi obiettivi?
«I prossimi obiettivi saranno quelli di ampliare il numero degli eventi e dei temi trattati. In questo ultimo anno abbiamo portato avanti 60 eventi, cercando di usare il digitale per promuovere l’arte, la musica e i nuovi talenti.
Il desiderio è anche quello di mantenere il focus sull’innovazione sociale e potenziare i progetti educativi nelle fasce più basse, coinvolgendo i giovani e le scuole, dando più respiro a tutto il Festival durante i dodici mesi, oltre alle tre giornate riminesi.»
Un’anticipazione per il prossimo anno?
«Uno dei temi che mi piacerebbe trattare nuovamente il prossimo anno è quello dell’integrazione, sotto il punto di vista dell’immigrazione. Lo abbiamo già trattato nel 2017, dove un gruppo di ragazzi ospiti a Lampedusa si è esibito sul palco del Festival con una rappresentazione teatrale. Questo anno avrei voluto riproporlo come tema, ma non lo abbiamo fatto principalmente per due motivi: da un lato per dare spazio a nuovi temi non ancora trattati, dall’altro per la presenza di un clima molto teso proprio su queste tematiche. Il prossimo anno valuterò con attenzione se trattarlo o meno, perché credo che si sia perso lo spirito umano. C’è davvero tanto da fare per risvegliare un po’ il senso dell’umanità andando oltre ogni barriera.»
Un consiglio ai giovani?
«Non abbandonate mai le passioni e non smettete mai di sporcarvi le mani, anche in lavori complessi che chiunque rifiuterebbe, perché sono quelli che al di là dello studio realmente ti insegnano come creare un team, come relazionarci con gli altri e come raggiungere l’obiettivo.
Io non smetterò mai di ringraziare mio padre per avermi trasmesso che “il lavoro nobilita l’uomo”.
Anche quando lavoravo alla FAO o agli Affari Esteri non ho mai conosciuto ferie estive o fine settimana. Tornavo in Calabria e in quei pochi giorni “liberi” o di vacanza andavo a montare mobili o a raccogliere la frutta ed è questo che continua a servirmi oggi».
Grazie Cosmano!
Gloria Chiocci