Lascio il lavoro e seguo le mie passioni! Quante volte abbiamo sentito questa frase, oggi vi racconto la storia di Eleonora Lippi, 33 anni e una laurea in statistica. Un giorno di quattro anni fa ha mollato scrivania e posto fisso per dedicarsi appieno alla creatività.
Quando hai deciso di mollare il posto fisso?
«Sono laureata in statistica e dopo aver lavorato sette anni in un’azienda – dove mi occupavo di statistiche e gestione database – ho deciso di mollare un tempo indeterminato per seguire la mia passione per l’arte. Da sempre la creatività e la manualità mi sono appartenute. Anche mentre lavoravo in azienda portavo avanti progetti creativi sotto molteplici forme, anche se mai avrei pensato che un giorno sarebbe diventato il mio lavoro.
Mentre lavoravo in azienda cucivo a mano e in occasione di un compleanno mia madre mi regalò la mia prima macchina da cucire. Iniziai a confezionare abiti e accessori per me e i miei amici, piccoli pensierini in occasione del Natale o dei compleanni.
Da un giorno all’altro – senza premeditare nulla – ho deciso di mollare il mio posto fisso e seguire la mia passione, quella per l’arte. Nei quattro mesi seguenti ho creato il sito, i biglietti da visita, il logo, tutto da sola. E nel settembre 2014 ho iniziato la mia “nuova vita”, completamente differente dalla precedente.
Come primo evento partecipai al Market Weekhand che si tenne a Foligno, la mia città. Mi diedi questa prima possibilità e andò molto bene. Rimasi molto soddisfatta e mi innamorai del mio nuovo lavoro, dell’ambiente, dell’artigianato ma soprattutto delle persone e del rapporto che si instaura facendo questo lavoro.»
L’ago, il filo e i bambini…
«Il mio immaginario è spesso simile a quello dei bambini, mi divertono le stesse cose, mi stupisco facilmente, amo giocare ed essere coccolatissima.
Una volta una mia amica mi ha detto una cosa verissima: il fatto che una persona faccia prodotti per bambini non vuol dire necessariamente che lo faccia perché ama i bambini, ma quanto più perché si sente lei stessa una bambina. Per me è così. Non che non ami i bambini, anzi. Ma il motivo per cui ho iniziato è che mi piace circondarmi di i personaggi buffi, inventare storie su di loro, avere cose colorate appese sopra la testa e immaginarmi in mondi surreali e capovolti.
Per questo penso di intendermi molto bene con i i più piccoli, in qualche modo mi sento vicina al loro modo di comunicare e inoltre la mia passione per la pedagogia di Montessori e Munari mi ha portato a voler offrire loro un tipo di gioco “diverso” da quello convenzionale.
Da danzatrice quale sono (ho danzato in una compagnia professionistica per 6 anni e danzo, in generale, da 18 anni) ritengo fondamentale dare spazio al corpo, agli stimoli sensoriali e all’ascolto di ciò che ci viene da dentro. Per questo ago e filo diventano per me un modo di esprimere quello che arriva dalla pancia, e per fare in modo che i bambini possano ascoltare e dare libero sfogo a quello che il loro cuore, la loro testa e la loro pancia gli suggeriscono.»
Perché hai scelto di lavorare all’interno di un spazio condiviso?
«Il lavoro in casa a poco a poco mi iniziava a stare stretto. Avevo l’esigenza di trovare uno spazio mio. Quando iniziai ad avvertire questa esigenza, trovai il bando delle Officine Fratti, che offriva a otto giovani aspiranti imprenditori: formazione, spazi condivisi e servizi tecnici al fine di trasformare un’idea di impresa in un progetto imprenditoriale. Decisi di provare, anche se ancora non mi sentivo del tutto pronta e non sapevo se potevo essere all’altezza.
Mi sono messa in gioco, ho scritto il mio progetto e ho iniziato il percorso, che è andato molto bene. Ora mi trovo a lavorare all’interno di uno spazio condiviso con altre otto persone, che stimo e che mi stimolano.
Mi piace molto l’idea di lavorare in uno spazio condiviso con altri artigiani, amo stare in mezzo alle persone e condividere con loro. Lavorare da sola non è sempre semplice, e avere delle persone che ti sostengono nei momenti di crisi, e che capiscono le difficoltà che stai affrontando, aiuta enormemente»
Come entra la tecnologia all’interno del tuo artigianato?
«Inizialmente tramite i social; sono sempre stata restia ad utilizzarli, ma lavorandoci mi rendo conto che sono un enorme vetrina e ti permettono di arrivare a clienti che in altri modi sarebbe stato difficile, se non impossibile, raggiungere. All’inizio non è stato semplice e tuttora non lo è, ma cerco sempre di migliorare a aggiustare il tiro.
Altro punto fondamentale per il mio artigianato è sicuramente il sito web con l’e-commerce. Quattro anni fa sono partita con le idee un pò confuse, poi andando avanti ho capito cosa desideravo comunicare e quali erano i miei obiettivi. Dopo quatto anni ora ho sentito il bisogno di rivedere l’immagine e di creare l’e-commerce di Ta Petite. Questo perché i market sono importanti, ma lo shopping online ti permette di arrivare dove non riesci ad arrivare da sola.»
Un messaggio che daresti a chi non ha il coraggio di mollare il posto fisso per seguire i sui sogni?
«Il consiglio che mi sento di dare è forse banale e ha centinaia di anni: abbiate il coraggio di seguire i vostri sogni. Non è detto che questo coraggio lo dobbiate avere da giovani o giovanissimi, guardate me. A volte alcune dinamiche ci portano a scegliere una facoltà che ci dà subito lavoro piuttosto che una che ci piace ed ispira veramente, solo perché i nostri genitori ci consigliano così o perché abbiamo paura di rischiare.
Appena usciti dalle scuole superiori non è facile avere le idee chiare su cosa si vorrà essere o diventare domani, si è maturi, sì, ma fino a un certo punto. Quello che conta davvero in quel momento è ciò che l’istinto ci dice di fare. Ascoltarlo significa avere coraggio. Io da allora ho cambiato totalmente interessi. Non è detto che da lì la via sia segnata e definita, c’è sempre da rimettersi in gioco e rivalutarsi. Per me è stata una vera e propria rinascita emotiva, questo non posso negarlo. Anche se economicamente è tutto diverso e lavoro molto di più, per me è tutta un’altra vita. L’avere coraggio premia sempre!»
Grazie Eleonora!
Gloria Chiocci