Luca Lixi, è un imprenditore finanziario – under 35 – lo studio e la determinazione lo hanno portato e lasciare un posto fisso per seguire un sogno che aveva fin da bambino. Conosciamolo!
Luca dove inizia la tua storia?
«Sono nato a Cagliari 33 anni fa, nel 1985, da una famiglia mono-reddito: padre impiegato in un ente per il turismo e l’artigianato sardo, madre casalinga. Ho passato la mia adolescenza nella periferia di Cagliari, Elmas per la precisione, assorbito dalle grandi passioni viscerali che mi hanno sempre guidato come la scuola, il mare e soprattutto il basket. E’ qua che ho imparato a sgomitare, poco più che bambino, nei campetti popolati da ragazzi più grandi e generalmente poco raccomandabili. Questo ha formato il carattere con il quale affronto la vita ogni giorno.»
Che rapporto avevi con la scuola?
«Poiché i soldi in famiglia non sono mai abbondati, a 15 anni ho capito come la vita mi imponesse di crescere molto in fretta. A scuola sono sempre stato uno studente molto brillante perché impegnarmi con determinazione era il solo vero modo per riuscire ad emergere, non disponendo di patrimoni familiari o altre garanzie.
Da mio padre, tuttavia, ho imparato lezioni più preziose di qualsiasi tesoro: l’importanza del denaro, del suo valore, e di saperlo impiegare per delle priorità. Per pagare i miei studi, lo sport, visite mediche, oculisti e dentisti non c’è mai stato spazio per settimane bianche o vacanze esotiche; sono entrato per la prima volta in un ristorante a 18 anni ma, come amo ripetere scherzando, ora ho una dentatura perfetta!»
Com’è proseguita la tua carriera dopo gli studi?
«Poi è arrivato il momento del diploma, conseguito con il massimo dei voti all’Istituto Tecnico Commerciale, quello che un tempo si sarebbe chiamato ragioneria.
Lo sbocco lavorativo naturale per un ragioniere neodiplomato con ottime referenze scolastiche non può essere che la ricerca del posto fisso in banca. E allora eccomi a 19 anni – scaltro e desideroso d’indipendenza – ad affrontare selezioni e colloqui che mi hanno permesso di essere assunto, prima tramite contratti a tempo e poi con il tanto agognato tempo indeterminato. Venendo da un contesto sociale come il mio, anche essere impiegato bancario era visto come un risultato importante. Ricordo il soprannome datomi dagli amici, che tradiva tutta la mentalità di cui eravamo circondati: il banchiere.
A neppure 20 anni ero già economicamente autonomo e indipendente dalla mia famiglia, operativo nella filiale italiana di un grosso gruppo bancario europeo. I primi anni li ricordo con grande piacere. Ero giovanissimo, con uno stipendio più che buono se rapportato alla realtà quotidiana in cui vivevo, e ho cominciato a fantasticare molto sulla mia carriera futura.»
Quando hai capito che “il banchiere” non era la tua prospettiva futura?
«Quando la crisi finanziaria del 2008 – 2009 ha sconvolto il mondo, lavoravo nell’ufficio crediti della banca e ho vissuto il tutto in prima persona, dall’interno, ponendomi non poche domande su me stesso e sull’interno sistema. Per la prima volta, lo ricordo perfettamente, ho capito quale enorme conflitto di interessi di base esistesse tra gli interessi dei clienti della banca e quelli della banca stessa. Ho resistito ancora qualche anno, salvo poi dimettermi a 25 anni.
Pensavano che fossi diventato pazzo, amici e genitori: un ragazzo che decide di abbandonare un posto fisso in banca? “Tutti i tuoi coetanei darebbero un braccio per un posto di lavoro a tempo indeterminato come il tuo!”. Nonostante i tentativi di dissuadermi, sono andato avanti a braccetto con la mia decisione e a 28 anni ho aperto la mia prima partita IVA per lavorare in proprio, come promotore finanziario con il mandato di una grande banca italiana.»
Com’è andata?
«Mi piacerebbe poter dichiarare che tutto è andato bene fin dal principio, ma la realtà è sostanzialmente opposta. Anche in questo caso mi sono trovato faccia a faccia con un conflitto d’interesse gigantesco e che mi ha toccato in prima persona: o vendevo prodotti inefficienti e costosi per il cliente finale (ma molto remunerativi per la banca), o non sarei riuscito ad andare avanti. Il solo modo per garantirsi un guadagno accettabile sarebbe stato quello di alzare il costo delle mie commissioni applicate all’investitore, riducendo di conseguenza il suo rendimento. Ho sempre deciso di non piegarmi a questo meccanismo, e per cercare una strategia che mettesse al centro i risparmiatori (relegati ai margini di questo mercato) ho iniziato a presenziare in ogni convegno, conferenza, evento possibile.»
Quando hai aperto il blog?
«Nel 2015, intenzionato a divulgare conoscenze e buoni concetti di educazione finanziaria. Nel frattempo mi stavo trasferendo da Cagliari in Veneto, per poi approdare a Saronno in cerca di nuove soluzioni; non avendole trovate, decido di lavorare in prima persona per crearle da zero. Contemporaneamente il mio gruppo Facebook cresceva senza sosta (oggi siamo più di 13mila risparmiatori e investitori) e anche i media hanno cominciato a dare risalto alla mia attività.
Qui è nata l’esigenza di fare il passo finale: ho rassegnato le dimissioni anche da private banker per creare la mia azienda, la LIXI Invest. La scelta di fondarla in Estonia è stata motivata da molte ragioni, prime su tutte la quasi totale assenza di burocrazia e la digitalizzazione di questa nazione, che in questo campo detiene il primato mondiale. In quanto residente digitale, ho la possibilità di intrattenere rapporti con fisco, banche e regolatori sempre in maniera digitale e sicura, riducendo al minimo il tempo perso con scartoffie burocratiche. Un’innovazione, questa, che se adottata anche in Italia potrebbe apportare dei benefici immediati.»
Da quale parte del mondo lavorate?
«Lavorano da ogni angolo d’Europa: a parte me che risiedo a Malta, il direttore marketing Tommaso Tosi abita a Londra, il responsabile di finanza comportamentale Lorenzo Brigatti lavora in Polonia, Matteo Cadei vive in Irlanda, e tutti gli altri fondamentali membri dello staff di LIXI Invest operano ognuno da diverse parti d’Italia e d’Europa.»
Obiettivi per il futuro?
«Il mio obiettivo non è mai cambiato, così come le motivazioni che mi hanno spinto ad intraprendere questo percorso. Da un lato lavoro per migliorare la cultura e la consapevolezza finanziaria degli imprenditori tramite il mio gruppo Facebook e pubblicazioni editoriali come la guida “Le Truffe Finanziarie – 7 semplici regole da seguire per evitare di esserne vittima” e il best-seller “I X comandamenti dell’investimento finanziario”. Dall’altro aiuto i risparmiatori ad investire in prodotti finanziari che siano realmente convenienti per il portafoglio.»
Un consiglio che daresti ai giovani che desiderano ora entrare a lavorare nel mondo della finanza?
Ricevo tantissimi messaggi in tal senso, da parte di studenti universitari in Economia (o anche più giovani), che apprezzano particolarmente il mio modo di approcciare il mondo della finanza. Alcuni di questi ragazzi nel corso degli anni sono entrati a far parte del mio staff (che ha una media di 25 anni). Avverto infatti da parte loro la sensazione che ciò che gli viene insegnato sui canali tradizionali, sia da un punto di vista imprenditoriale che strettamente legato agli investimenti e alla finanza, non sia al passo coi tempi e sia mero nozionismo e teoria. E che non venga profuso nessuno sforzo per rendere la materia economia e finanziaria più attraente, nonché più utile per crescere come persone più preparate in questo campo.
Il mio consiglio, per i giovani che desiderano lavorare nel mondo della finanza, è quello di non fermarsi alla formazione e istruzione tradizionale. Non è infatti assolutamente sufficiente per comprendere alcune dinamiche finanziarie, che hanno molto a che vedere con la finanza comportamentale (branca della psicologia cognitiva) e la gestione del rischio, alcune dinamiche economiche, che hanno molto a che vedere con la storia e con la sociologia, alcune dinamiche sociali, che hanno molto a che vedere con la demografia, il marketing e l’innovazione.
Per una carriera nel mondo finanziario di domani, consiglio quindi di approfondire in maniera molto appassionata materie e argomenti trasversali rispetto al semplice (e spesso sterile) mondo bancario, finanziario ed economico.
Grazie Luca
Gloria Chiocci