Erica Isotta Oechslin, milanese classe 1992. È la founder di Women Plot un publisher e marketplacer nato con l’obiettivo di ridurre le disparità di genere attraverso la letteratura e l’editoria. Erica nel suo percorso è riuscita a unire il suo lavoro nel mondo IT alla sua passione per la letteratura, pubblicando tra il 2014 e il 2020 tre libri di cui uno molto personale. Andiamo a conoscere insieme Women Plot e la sua storia!
Disuguaglianze di genere come si può ridurre attraverso la letteratura?
«Ad oggi, gli scrittori di sesso maschile dominano ancora il mondo letterario: infatti, il settanta per cento degli autori pubblicati sono uomini. Questo lascia poco spazio alle donne e alle persone che hanno un’identità di genere non binaria. Leggevo recentemente “L’unica persona nera nella stanza” di Nadeesha Uyangoda che sottolinea come ci sia poco spazio per autori e autrici appartenenti a minoranze. Quanto di questo restante trenta per cento è quindi inclusivo? Oggi più che mai il personale è politico. Le disuguaglianze sono, in questo caso, il risultato di un sessismo sistemico (per esempio, perché non si studiano donne autrici in letteratura italiana alle superiori?). Credo che, vivendo in una società liberale come la nostra, i nostri acquisti abbiano un peso rilevante. Quindi, come possiamo ridurre le disuguaglianze di genere attraverso la letteratura? Supportando donne autrici, comprando i loro libri, e amplificando le loro voci. Questo vale per tutti, anche per chi ha la possibilità di pubblicare. In Italia, ahimè, ci sono ancora tante case editrici che non hanno nemmeno una donna in catalogo.»
Nel libro “25% una donna su quattro” hai raccontato la tua storia, toccando un lato molto personale e delicato, quanto il condividerla ha aiutato e supportato te e altre donne?
«L’esperienza di aborto spontaneo che ho vissuto mi ha dato molto da pensare. Le donne abortiscono da sole, isolate dalla regola delle dodici settimane: ovvero di non annunciare la propria gravidanza fino al secondo trimestre. Secondo questa logica, una donna che non annuncia la sua gravidanza non dovrà annunciarne la perdita. Questa “regola” si aggiunge a quell’insieme di norme sociali secondo cui una donna non deve fare rumore e deve restare in silenzio. L’invito che faccio alle donne nel mio terzo libro, quindi, è quello di alzare la voce. Si tratta di un libro crudo, nonostante tutto: una denuncia al sistema, al femminismo che non parla di questi argomenti e alla mancanza di supporto sanitario. Molte persone che affrontano un’esperienza simile non si sentono tutelate né tantomeno riconosciute, proprio per la mancanza di conversazione che aleggia intorno a questo tabù. Condividerla non è stato sicuramente facile, ma si è trattato di un vero e proprio messaggio di sorellanza verso chiunque abbia vissuto un dolore simile per dire loro: io vi vedo.»
La letteratura e il digitale come possono ispirare le nuove generazioni di donne?
«Oggi più che mai l’avvento del digitale ha reso accessibile su larga tutto ciò che un tempo era praticabile solo per pochi. Nonostante l’editoria resti un settore “polveroso” che ancora si basa principalmente sul cartaceo e sulla distribuzione fisica nelle librerie, gli e-commerce, e-book e audiolibri, per esempio, rappresentano un forte passo verso la democratizzazione dei contenuti letterari e la facilità di accesso a questi ultimi. Un semplice abbonamento ad una piattaforma di ascolto di audiolibri, per poco meno di dieci euro al mese, permette l’accesso a migliaia di titoli. Se prima la letteratura era un affare di pochi, principalmente di una classe bianca e borghese, oggi è accessibile a chiunque abbia uno smartphone. La democratizzazione dei contenuti letterari è essenziale perché i libri insegnano a costruire un pensiero critico e libro. Ed è proprio quando la parola incontra il pensiero libero che nasce il cambiamento.»
Grazie Erica!
Gloria Chiocci