Noemi Adamo, 32 anni vive e lavora a Roma ma è originaria di Avellino. Laureata in CG Animation allo IED di Roma, dove ha seguito un percorso di 3D generalist e visual communication per la pubblicità e l’intrattenimento cinematografico. Lavora da circa dieci anni nella comunicazione e marketing per aziende Tech e Innovation e nel 2018 ha fondato Hueval, startup innovativa di marketing impegnata nello sviluppo e diffusione di una piattaforma di video marketing data-driven per la creazione di video automatici per l’ADV. Attualmente ricopre il ruolo di Chief Experiences Officer per Frontiere gestendo l’area di design delle esperienze e soluzioni in ambito AI, Mobilità, Web3, XR e Metaverso. L’obiettivo di Frontiere è di creare un ecosistema etico e sostenibile di innovazione, che aiuti le aziende a diventare più agili, intelligenti e competitive nell’era digitale, attraverso l’utilizzo delle new generation technologies, dalla realtà aumentata a quella virtuale, dal metaverso al Web3.
Noemi quanto per le aziende ICT oggi è essenziale il ruolo della comunicazione e marketing?
«Nel panorama delle ICT italiane c’è purtroppo ancora poca consapevolezza sul potenziale delle attività di marketing e comunicazione, soprattutto in relazione alla parte commerciale. È fondamentale che il reparto marketing e il sales lavorino con un processo condiviso che accompagni i potenziali clienti dalla fase di conoscenza dei nostri servizi a quella di conversione in cliente. Questo processo è reso più efficiente con l’utilizzo della Marketing Automation e di tool basati su AI che ci permettono di monitorare e analizzare i risultati delle nostre attività oltre che di prendere decisioni strategiche per il raggiungimento degli obiettivi della nostra azienda.
Il settore ICT è altamente competitivo e in costante evoluzione, pertanto è essenziale avere un buon posizionamento di comunicazione coerente con gli obiettivi e i valori dell’azienda, sia per finalità di acquisizione di nuovi clienti che per l’assunzione dei migliori talenti presenti sul mercato.»
Sentiamo tanto parlare di new generation technology ma cosa sono e dove si applicano?
«Con “new generation technology” vengono di norma indicate tutte le tecnologie che riguardano l’AI, il Web3, la blockchain, le XR (VR, AR, MR), il Metaverso, l’IOT, l’hyper automation e le quantum tech.
I settori in cui vengono impiegate sono ormai i più disparati, per citarne alcuni: il campo medico-chirurgico, l’industriale, l’agricoltura di precisione, il marketing, la finanza, il commercio al dettaglio. Gli ambiti di applicazione hanno diverse finalità: intrattenimento, efficientamento dei processi, formazione, manutenzione e simulazione. Un esempio è l’impiego dell’IOT nel settore industriale per migliorare l’efficienza energetica e la gestione degli impianti. O ancora l’uso dell’Intelligenza Artificiale in campo medico per analizzare i dati e migliorare le diagnosi delle malattie.
Le tecnologie di nuova generazione stanno avendo un forte impatto in ambito industriale e sociale e il nostro obiettivo è di abbattere le barriere tecnologiche e migliorare la vita delle persone grazie allo sviluppo di soluzioni innovative secondo i principi dello Human Centered Design, quindi ponendo la persona al centro. Lavorare avendo una comprensione profonda di quelli che sono i bisogni, le esigenze e le aspettative degli utenti che fruiranno delle nostre soluzioni, rispettando i requisiti di sostenibilità, inclusione e accessibilità.
Tra i nostri obiettivi c’è quello di aprire nel 2024 un Design Center a Roma, dove professionisti del campo tecnico-scientifico lavoreranno fianco a fianco con professionisti dell’ambito umanistico.»
Quali possibilità concrete di impiego offrono a noi giovani?
«Le new generation technologies hanno abilitato la nascita di nuovi ruoli lavorativi in cui sono proprio i giovani a poter esprimere al meglio le proprie potenzialità. Le posizioni attualmente più ricercate sono quelle che vengono dall’area del gaming che si prestano al design e allo sviluppo di soluzioni nelle XR, ad esempio: 3D Artist, Developer Unity e Unreal Engine e ancora Data Scientists, Crypto artists, Machine Learning Engineer, Blockchain Specialists.
Servirebbe un deciso ripensamento del sistema scolastico alla luce dei lavori del “futuro”, anche se parlare di futuro penso sia fuorviante visto che queste nuove figure lavorative sono già ampiamente richieste dalle aziende. Vanno integrate le materie STEM nei programmi di studi già dalla scuola superiore per permettere ai giovani di arrivare al post diploma preparati ad un percorso professionale coerente con la richiesta di mercato. Credo anche che il sistema scolastico non debba commettere l’errore di rincorrere i trend tecnologici, sui quali siamo concentrati noi imprenditori che provvediamo ad assistere le persone più giovani nell’accedere alle competenze necessarie: ci occorrono persone con spiccata curiosità piuttosto che persone che hanno “sentito parlare” di Data Science, ma che per diventare Data Scientist devono essere aiutate a crescere in azienda per un paio di anni.
Un altro tema che mi sta molto a cuore è la necessità di combattere gli stereotipi di genere e lavorare sull’inclusione per far approcciare con più facilità e serenità le giovani donne a queste materie. Faccio personalmente parte di diverse associazioni che promuovono l’empowerment femminile e da un recente Osservatorio dell’associazione Donne 4.0 sulla transizione digitale di genere i dati raccolti mostrano che le specialiste ICT in Italia sono il 16% contro il 19% della media Europea. C’è stata una crescita rispetto agli anni precedenti, ma siamo ancora su percentuali troppo basse. Noi giovani (mi permetto di inserirmi nella categoria), abbiamo una grande responsabilità nel creare una società più aperta, inclusiva e sostenibile. Sono dell’idea che se vogliamo un futuro migliore la cosa più concreta che possiamo fare è attivarci per cambiarlo, anche e soprattutto con il supporto delle nuove tecnologie.»
Grazie Noemi!
Gloria Chiocci