Cristina Coletti, 28 anni, originaria di Latina, è laureata in Comunicazione Visiva e Multimediale. Circa due anni fa ha dato vita a TO TO MAG, un magazine indipendente che racconta le città attraverso le esperienze degli italiani all’estero, grazie alla collaborazione di un team di ragazze creative e intraprendenti. Andiamo a conoscere la sua storia!
Cristina, il tuo background come Web Designer e Co-Founder di TO TO MAG è affascinante. Come sei arrivata a concepire l’idea di un magazine indipendente che racconta le città attraverso gli occhi degli italiani all’estero? Quali esperienze personali o professionali ti hanno portato a questa decisione?
«L’idea del magazine TO TO MAG nasce ormai quasi due anni fa, dalla collaborazione di un team di quattro ragazze under 30 (oltre me ci sono Elena Gabella, art directory, Eleonora Trentini, editor e Lucia Madonnini, social media manager) ed è stata l’evoluzione di un precedente progetto amatoriale che esplorava le esperienze lavorative degli expat italiani. A un certo punto ci siamo rese conto di quanto sarebbe stato interessante sfruttare determinati racconti per focalizzare l’attenzione proprio sui luoghi, le città più nello specifico.»
TO TO MAG si distingue per la sua capacità di esplorare le città estere attraverso prospettive uniche e italiane. Puoi raccontarci come è nata l’idea del “Numero Zero” su Berlino? Qual è stato il processo creativo dietro la selezione degli ospiti e dei temi trattati in questo primo numero?
«Berlino è conosciuta come una città tanto affascinante quanto difficile da approcciare, soprattutto per lunghi periodi. È una meta che ben rappresenta l’emblema di quella paura di non riuscire ad ambientarsi, di trovarsi impreparati e di sentirsi incredibilmente soli pur in mezzo a quasi quattro milioni di abitanti.
Lo scopo di TO TO MAG è proprio quello di rassicurare chiunque rispetto a questi timori, in primis cercando di creare un network e poi cercando di soddisfare il bisogno di tutti di riconoscersi in delle storie e in dei background. Per questo motivo, gli ospiti sono tanto eterogenei tra loro. Compaiono studenti e lavoratori, freelancer e lavoratori dipendenti, oltre a molti artisti. Qualcuno è a Berlino da poco tempo e non sa per quanto resterà, mentre altri sono lì da quasi vent’anni. Questo ampio ventaglio di profili è probabilmente il punto di forza del filo narrativo di ogni città, che in questo modo arriva a chiunque.»
Lanciare un magazine indipendente è una sfida significativa, soprattutto in un mercato così competitivo. Quali consigli daresti ai giovani creativi che desiderano avviare un proprio progetto editoriale o imprenditoriale? Cosa pensi sia fondamentale per trasformare una passione in una carriera di successo?
«Mi sento di dire che, per il successo di qualunque progetto, sia fondamentale trovare un buon team, che sia affiatato, propositivo e che guardi nella stessa direzione. La competitività del mercato va sicuramente contrastata trovando un argomento principe non trattato già ampiamente da altri magazine indipendenti. Ad oggi non è cosa facile, ma nulla che qualche lunga sessione di brainstorming e ricerca sul campo non possa permettere di individuare.
Ultimo, ma non per importanza: crederci. Mai abbassare le aspettative e gli standard. Il lavoro da fare è tanto e i costi (soprattutto quelli iniziali) sono importanti, per cui è cruciale “prendersi sul serio” e mirare a fare sempre meglio per ottenere sempre di più. È fondamentale non perdere occasioni di networking partecipando a festival ed eventi del settore. Di recente, ad esempio, dividendo il team, abbiamo fatto in modo di partecipare sia al Mag to Mag che al Gomma, due festival tenutisi entrambi a Milano nelle stesse date.»
Grazie Cristina!
Gloria Chiocci