Marco Onorato, 32 anni, originario di Cerveteri, è il co-founder di Marketing Espresso e uno dei punti di riferimento italiani per la divulgazione nel mondo del marketing. Laureato in Economia e Management e poi in Market Relationship & Customer Engagement alla LUISS, ha trasformato una semplice pagina Instagram in una realtà editoriale, formativa e consulenziale seguita da centinaia di migliaia di persone.
Quando hai capito che quella che era nata come una semplice pagina Instagram poteva diventare un progetto imprenditoriale strutturato?
«Siamo partiti con un sogno grande e pochi mezzi: raccontare il marketing in un modo nuovo. Il primo anno l’abbiamo passato a costruire contenuti e community su Instagram, poi su blog e LinkedIn. Dopo 6-7 mesi sono arrivate le prime richieste da piccoli brand che vedevano valore in ciò che facevamo: lì abbiamo capito che c’era un potenziale reale. Nel 2020, in pieno Covid, abbiamo lanciato il nostro primo corso per compensare il calo dei servizi: è andato benissimo e ci ha dato la spinta per crescere ancora. Nel 2021 nasce l’SRL, strutturiamo il team, crescono i clienti e la qualità del lavoro. Da lì è iniziata davvero la storia di Marco Onorato e di Marketing Espresso.»
Nel libro riportate il marketing alla sua funzione originaria: ascolto, cultura e valore condiviso. Qual è la convinzione più radicata che questo progetto vuole scardinare nel mondo del marketing moderno?
«L’idea che il marketing debba essere complicato o elitario. Il titolo del nostro libro è provocatorio proprio per questo: il marketing non è semplice in sé, ma può essere raccontato in modo semplice. Per anni è stato trattato come una disciplina per accademici o board aziendali, lontana dalle persone. In realtà è una scienza sociale: vive di comportamenti, emozioni, cultura. Riguarda tutti, anche chi ha una piccola attività. La nostra missione è riportare il marketing alla sua funzione originaria: creare valore condiviso tra brand e persone. Mettere le persone al centro non è uno slogan, è un cambio di paradigma.»
Quale consiglio daresti ai giovani under 35 che vogliono lavorare nel marketing senza perdere autenticità?
«Di tenere i piedi per terra e non pensare che lavorare per un grande brand sia l’unico modo per “valere”. Lo dico pur collaborando oggi con aziende importanti: il marketing funziona quando resta connesso alla realtà. Le campagne migliori nascono dall’ascolto delle persone, non dai tavoli troppo lontani dal mondo. L’autenticità è coerenza tra ciò che sai, ciò che fai e ciò che comunichi. Coltivate una curiosità disciplinata, cercate ambienti che vi facciano crescere e scegliete percorsi che rispettano i vostri valori. Nel marketing il valore più raro (e più potente) resta la sincerità.»
Grazie Marco
Gloria Chiocci