Tommaso: “Tecnologia e produttività sono la chiave per il successo di un Paese”

Tommaso Maschera, 30 anni, originario della Franciacorta, ha seguito un percorso formativo internazionale che lo ha portato a studiare in alcune delle università più prestigiose al mondo. Ha conseguito un Master in Public Administration alla Columbia University di New York con focus su data science, un Master in Public Policy a Sciences Po, Parigi, e ha studiato alla Durham University nel Regno Unito.

Dopo anni all’estero, ha scelto di tornare in Italia per contribuire attivamente allo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione. È tra i co-fondatori di Plug and Play Italy, la sede italiana di uno dei più grandi acceleratori globali di startup, con l’obiettivo di connettere corporate e startup nei settori strategici di Fintech, Sostenibilità e Aerospazio.

In questa intervista racconta il suo percorso, la visione dietro Plug and Play e i consigli per chi vuole entrare nel mondo dell’innovazione e delle startup.

Tommaso dalla formazione internazionale al ritorno in Italia: cosa ti ha spinto a co-fondare Plug and Play Italy e quale esperienza ha maggiormente influenzato il tuo approccio all’innovazione?

«La spinta a lavorare sull’innovazione qui in Italia è nata dal desiderio di avere un impatto tangibile sul nostro Paese. Studiando public policy, infatti, mi sono reso conto di come gli investimenti in tecnologia e produttività siano il fattore più importante nel lungo periodo per il successo di un Paese (così come lo è per le aziende).

Un professore del master raccontava sempre della Silicon Valley, delle startup e dell’open innovation. Mi sono reso conto che portare lo “spirito di frontiera” della Silicon Valley supportando la crescita dell’ecosistema dell’innovazione italiano fosse il modo più concreto per avere impatto. Così assieme ad un mio compagno di master, abbiamo deciso di provare a lanciare l’ufficio italiano.»

Plug and Play è un ponte tra startup e corporate in settori chiave come Fintech, Sostenibilità e Aerospazio. Qual è l’idea più rivoluzionaria che hai visto nascere grazie ai vostri programmi di accelerazione?

«Un esempio di collaborazione di cui siamo particolarmente fieri è il progetto nato tra Hiro Robotics – startup italiana attiva nel campo della robotica e intelligenza artificiale — ed A2A. Siamo molto orgogliosi della nostra partnership con A2A — leader sia nell’innovazione e nella sostenibilità — con cui collaboriamo ormai da 5 anni. Nel 2022, attraverso uno dei nostri programmi abbiamo connesso A2A con Hiro Robotics.

La collaborazione ha portato allo sviluppo di una linea robotica avanzata per il trattamento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Il progetto, realizzato presso l’impianto Amsa nella Seconda Casa di Reclusione di Bollate, ha migliorato l’efficienza dei processi di recupero dei materiali, riducendo i tempi e aumentando la precisione nella separazione. Un esempio concreto di come l’innovazione possa accelerare la transizione ecologica, facilitare il recupero di materie critiche per il nostro Paese, e portare nuove competenze anche in contesti difficili.»

Molti giovani aspirano a entrare nel mondo dell’innovazione e delle startup. Qual è il consiglio più prezioso che daresti a chi sogna di creare un impatto concreto nel settore?

«Il consiglio che offro a chi vuole lanciare un progetto imprenditoriale è di non essere innamorati di una soluzione o tecnologia particolare, ma del problema che si vuole risolvere e degli utenti che si vuole aiutare. Infatti, l’innovazione non è solo una questione di tecnologia, ma anche di capacità di comprendere le necessità del mercato e di adattarsi rapidamente. Come se fosse un grande esperimento scientifico.

Un altro consiglio. Fare startup è molto difficile; nel percorso di tutte le startup ci sono momenti bui (così come tanti momenti di grande gioia). Anche per questo è molto importante poter contare su uno o più co-founders, che complementino le proprie capacità, offrano punti di vista diversi, ma che condividano la stessa passione bruciante.»

Grazie Tommaso!

Gloria Chiocci