Nicola Nazareno Pirozzi, 29 anni, originario di Napoli, ha un background accademico solido che unisce competenze ingegneristiche e manageriali. Ha conseguito una Laurea Triennale in Ingegneria Ambientale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, seguita da un Master di I livello in Project Management alla Luiss Business School di Roma e un Master di II livello in Business Intelligence presso la KU Leuven di Bruxelles. Oggi è co-founder di Billd, startup che sta rivoluzionando il settore retail attraverso la digitalizzazione degli scontrini e l’analisi dei big data del mercato offline.
La vostra tecnologia consente di ridurre drasticamente l’uso della carta termica e l’impatto ambientale della stampa degli scontrini. Quali sono stati gli ostacoli più grandi che avete affrontato nel portare avanti questa rivoluzione digitale e come li avete superati?
«Durante lo sviluppo della nostra soluzione abbiamo affrontato due grandi sfide.
La prima era tecnologica: nessuno prima aveva sviluppato un dispositivo per la trasmissione di un documento fiscale in formato digitale nel modo in cui lo avevamo concepito. Questo ci ha costretto a scrivere da zero intere librerie di codice, aprendoci la strada a nuove soluzioni che sono diventate poi le basi del nostro brevetto.
La seconda sfida era il mercato. Il mondo retail è estremamente frammentato e deve tenere conto di esigenze spesso diverse, dalla grande distribuzione al bar sotto casa. Per affrontare questa complessità, abbiamo sviluppato una go-to-market strategy multilivello, adattando comunicazione, canali di vendita e partnership ai diversi clienti.»
Billd non è solo una soluzione per la dematerializzazione degli scontrini, ma anche una piattaforma che raccoglie e analizza i big data del mercato offline. In che modo questi dati possono trasformare il settore retail?
«Oggi, il 93% dei big data generati dal mercato offline è sconosciuto. In altre parole, mentre Google e Meta conoscono perfettamente le nostre abitudini di acquisto online (e-commerce), hanno una visione quasi nulla di ciò che avviene nel mondo reale. Comprendere meglio i trend di mercato e il customer behavior attraverso l’analisi dei big data significa aumentare la consapevolezza del settore e guidare le scelte strategiche di centinaia di migliaia di aziende, proprio come già accade nel mercato online. Billd si propone di colmare questa lacuna, analizzando questi dati nel pieno rispetto del GDPR e mettendoli a disposizione dei commercianti per ottimizzare la loro offerta, conferendo loro una maggiore consapevolezza dei prodotti e servizi da proporre ai clienti.»
Quale consiglio dareste ai giovani imprenditori che vogliono sviluppare soluzioni innovative e sostenibili? Quali sono le lezioni più importanti che avete imparato lungo il vostro percorso con Billd?
«Nella fase iniziale, bisogna essere pronti a investire tutto: tempo, risorse economiche ed energie. A chi sogna di lanciare una startup innovativa e sostenibile consiglio di partire in piccolo, costruendo fin dal giorno zero un modello pensato per scalare. Circondatevi di co-founder allineati sulla visione e guardate all’Europa, non solo al mercato domestico. Come diciamo sempre in Billd: negli USA nessuno si presenta come “co-founder of a Pennsylvania startup”. Espandete il vostro network, partecipando ad eventi e facendovi conoscere. Infine, è importante saper cambiare rotta quando necessario, perché in un mercato dominato dalle grandi corporate, la vera differenza per una startup sta nella sua capacità di adattarsi rapidamente.»
Grazie Nicola
Gloria Chiocci