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Antonio: “Il futuro del lavoro? Flessibilità, curiosità e conoscenza dell’intelligenza artificiale”

Antonio Pisante, 31 anni, originario della Puglia e oggi di base a Milano, ha costruito un percorso che intreccia business, tecnologia e impatto sociale. Dopo la laurea in Economia e Finanza alla Bocconi, uno scambio alla University of Michigan e un MBA tra Milano e Ahmedabad, ha scelto di ampliare le proprie competenze studiando programmazione e machine learning alla Ecole 42 di Parigi.

Proprio lì ha maturato una convinzione: il metodo pedagogico conta più della materia stessa. Oggi, con Yellow Tech e AIFIA – Associazione Italiana Formatori di Intelligenza Artificiale, Antonio lavora per rendere l’intelligenza artificiale più accessibile e consapevole per tutti. In questa intervista ci racconta le sfide che sta affrontando, le opportunità che vede nel futuro e i consigli per i giovani che vogliono lasciare il segno nel mondo dell’innovazione.

Antonio il tuo percorso formativo e professionale è stato davvero internazionale tra India e negli Stati Uniti, fino alle esperienze nel private equity e nel mondo startup. Guardandoti indietro, quale momento è stato decisivo per capire che avresti dedicato la tua carriera a coniugare business, tecnologia e impatto sociale?

«È stato sicuramente durante i miei studi di programmazione informatica alla Ecole 42 a Parigi. 42 è una scuola atipica: non ci sono professori, è aperta 24/7, non c’è teoria ma solo pratica, e si impara dagli altri. Ogni giorno dal lunedì al venerdì ci si interfaccia a un computer che assegna un progetto da consegnare, si impara dalle risorse aperte su internet e si consegna il progetto, si fa un controllo con altri studenti. Il venerdì c’è un test automatico e il weekend un lavoro di gruppo. Questa scuola non mi ha insegnato solo la programmazione: mi ha insegnato che il metodo pedagogico conta ancora più della materia stessa. Anni dopo, l’IA generativa ha reso possibile, per la prima volta nella storia, un nuovo metodo pedagogico basato su supporto personalizzato allo studente, e lì ho capito che volevo dedicare la mia carriera a questo.»

Con Yellow Tech e AIFIA – l’Associazione Italiana Formatori di Intelligenza Artificiale – stai creando un ecosistema che punta a rendere l’intelligenza artificiale più accessibile e consapevole per tutti. Qual è la sfida più grande nel costruire un ponte tra la tecnologia avanzata e le persone che ne faranno uso ogni giorno?

«La sfida è il pregiudizio che l’IA si è creata nell’opinione pubblica. Vedo persone che hanno sentito parlare di IA ma non hanno mai messo mano agli strumenti perché credono siano complicati oppure non siano adatti a loro. O ancora: persone che hanno provato gli strumenti (magari quelli gratuiti, scadenti) e hanno deciso che l’IA non è abbastanza potente e non può risolvere i loro problemi. Tutte questi pensieri per me non sono corretti. Gli strumenti di IA sono democratici: chiunque oggi può utilizzarli – non servono più linguaggi particolari (come i linguaggi di programmazione) che vanno imparati prima di poter utilizzare la macchina. L’IA funziona in linguaggio naturale, è potentissima e migliora giorno per giorno. E può fare tanto: supportarci nelle nostre attività, aumentare la produttività, creatività e benessere personale. Quando, durante le formazioni di Yellow Tech, mostriamo ai partecipanti come usare gli strumenti IA e ne capiscono i benefici, vediamo che tutti i pregiudizi si annullano. Di solito, poi, non ci si stacca più!»

Per tanti giovani under 35 che sognano di lavorare nell’innovazione, qual è il consiglio più importante che ti senti di condividere per iniziare un percorso professionale capace di unire passione, competenze e responsabilità verso il futuro?

«Sono tempi nuovi e senza precedenti: le regole che si applicavano prima non valgono più. Se prima valeva il principio degli studi formali, l’università, avere il “pezzo di carta”, ora tutto questo appartiene al passato. Tutti i lavori stanno cambiando e cambieranno radicalmente grazie all’IA. In questi tempi di cambiamento estremo, per me le parole d’ordine sono orizzontalità e flessibilità: imparare discipline diverse, per avere una veduta più ampia, approcciare tutto con curiosità e restare flessibili rispetto a tutto quello che arriva. Studiare l’IA a fondo è fondamentale per riuscire a cogliere questo trend, guardare avanti nel futuro, e comprendere la direzione che ogni settore potrà prendere.»

Grazie Antonio!

Gloria Chiocci