Gabriele Ferrieri, classe 1992, romano, una laurea in Economia e Gestione Aziendale e una missione chiara: costruire un ecosistema italiano che valorizzi l’innovazione e le nuove generazioni. Gabriele è presidente e co-fondatore di ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, realtà di riferimento per la promozione del talento under 35 nel nostro Paese. Con il suo impegno tra istituzioni, imprese e università, Gabriele lavora per dare voce a chi vuole cambiare le regole del gioco, creando connessioni e opportunità concrete per i giovani innovatori italiani. In questa intervista ci racconta la sua visione, le sfide da affrontare e un messaggio ispirazionale per chi sogna di fare impresa.
ANGI si pone come punto di riferimento per l’innovazione giovanile in Italia. Quali sono le principali sfide che i giovani innovatori incontrano oggi e come la vostra associazione li aiuta a superarle?
«I giovani innovatori in Italia si trovano ad affrontare sfide complesse, che spaziano dalla difficoltà di accesso al capitale iniziale alla burocrazia che spesso rallenta i processi di crescita imprenditoriale. Inoltre, c’è una carenza di infrastrutture dedicate che favoriscano la sperimentazione e la scalabilità delle idee innovative, oltre a una percezione culturale che talvolta sottovaluta il potenziale dei giovani. ANGI si impegna a colmare queste lacune attraverso un approccio integrato: creiamo ponti tra i giovani talenti e gli stakeholder del mondo imprenditoriale, istituzionale e accademico. Offriamo piattaforme di networking, come eventi e tavoli di confronto, per favorire la condivisione di idee e opportunità. Inoltre, promuoviamo programmi di formazione mirata, mentoring con esperti del settore e partnership con aziende che investono nell’open innovation. Il nostro obiettivo è trasformare le idee in progetti concreti, dando ai giovani gli strumenti per superare gli ostacoli e affermarsi come protagonisti del cambiamento.»
L’Italia è un paese con un enorme potenziale tecnologico e imprenditoriale, ma spesso i giovani talenti guardano all’estero per maggiori opportunità. Quali strategie possono essere messe in atto per trattenere e valorizzare l’innovazione nel nostro Paese?
«Per trattenere i talenti e valorizzare l’innovazione in Italia, dobbiamo costruire un ecosistema che sia competitivo a livello internazionale. Questo significa innanzitutto semplificare l’accesso al credito e agli investimenti, creando fondi dedicati alle startup e incentivando il venture capital. È essenziale rafforzare la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, per trasformare la conoscenza in innovazione applicata. Inoltre, serve una politica fiscale che premi chi investe nei giovani e nelle nuove tecnologie, riducendo il peso burocratico che soffoca le startup. ANGI sta lavorando per sensibilizzare le istituzioni su questi temi, proponendo modelli di incentivi per le imprese innovative e promuovendo il Made in Italy digitale come brand globale. Un’altra chiave è la narrazione: dobbiamo raccontare le storie di successo dei giovani italiani che ce l’hanno fatta, mostrando che l’Italia può essere una terra di opportunità. Solo così potremo invertire la fuga dei cervelli e attrarre talenti anche dall’estero.»
Qual è il consiglio più importante che daresti a un giovane che sogna di innovare e fare impresa oggi in Italia?
«Il mio consiglio è di credere fermamente nella propria visione, ma di costruirla con pragmatismo e apertura. Innovare non significa solo avere un’idea brillante, ma sapere come trasformarla in un progetto sostenibile. Cercate mentori e reti di supporto, come quelle offerte da ANGI, per imparare da chi ha già affrontato il percorso. Non abbiate paura di sbagliare: ogni errore è una lezione che vi avvicina al successo. Infine, guardate al mondo con curiosità, ma restate ancorati alle vostre radici: l’Italia ha un patrimonio culturale e creativo unico che può essere il vostro punto di forza. Siate audaci, ma strategici, e ricordate che il futuro dell’innovazione è nelle vostre mani.»
Grazie Gabriele!
Gloria Chiocci