Matteo Musa, a 31 anni ed è originario di Pomezia, anche se gli ultimi dieci anni la ha vissuti nella capitale. Matteo è il CEO di Fitprime – il marketplace per il mondo del fitness – vincitrice della 5° Startup Competition del Web Marketing Festival. Fitprime all’interno della competiotion è riuscita a portarsi a casa sia il premio associato al voto dei partecipanti in sala – messo a disposizione da Search On Media Group del valore di 10.000 euro in consulenza in marketing digitale, sia il premio di UniCredit Start Lab del valore di 75.000 euro (non corrisposto in denaro).
Matteo quando tutto è iniziato?
«Ho una storia un pò atipica rispetto ad altri imprenditori del mondo startup. Dopo il diploma da tecnico industriale, conseguito a 18 anni ho iniziato subito a lavorare come magazziniere. Dopo un anno ho capito che volevo trasformare la mia passione sportiva nel mio lavoro. Ho giocato a rugby per 16 anni, raggiungendo anche discreti livelli agonistici negli ultimi anni con la Rugby Roma.»
Hai mai frequentato l’università?
«Si, a 19 anni mi sono iscritto all’Università del Foto Italico – facoltà di scienze motorie – conseguendo la laurea in tre anni con lode. In seguito mi sono iscritto alla specialistica, sempre presso la stessa università in scienze e tecniche dello sport (laurea legata alla performance sportiva) e conseguito anche qui la lode. Dopo la laurea triennale e magistrale, dato che il mio desiderio era quello di lavorare nel mondo del fitness e sport a 360° ho conseguito un ulteriore laurea in scienze della nutrizione umana presso la facoltà di medicina dell’Università Torvergata di Roma.»
Quando hai iniziato la tua carriera lavorativa?
«Contemporaneamente al mio percorso di studi e di atleta, a 20 anni ho iniziato a lavorare nel mondo dello sport. Lavoravo sia come preparatore fisico in squadre di rugby e tennis ma anche come personal trainer privato. A 25 anni sono diventato direttore dell’offerta formativa sportiva del più grande centro sportivo d’Europa che si trova proprio qui a Roma.»
Quando nasce Fitprime?
«Fitprime nasce da un’intuizione, dopo cinque anni di direzione del centro sportivo. Mi accorsi di una necessità dei miei clienti e dei centri sportivi stessi, ovvero quella di trovare clienti. Non sapevo nulla del mondo delle startup, quindi mi sono iscritto ad un corso per startup alla LUISS di Roma insieme a Damiano Rossi, altro co-founder, lavoravamo assieme nel centro sportivo che gestivo. Durante il corso abbiamo conosciuto Laura Carpintieri e Gianluca Mozzillo, gli altri due co-founder di Fitprime.»
In quale momento Fitprime inizia a prendere piede sul mercato?
«Fitprime nasce in formula embrionale, durante questo corso di due mesi in LUISS. Avevamo solamente un’idea, che si è affinata a poco a poco durante il corso, da li siamo riusciti ad essere ammessi “stranamente” in LuissEnlabs, acceleratore Romano. Dico “stranamente” perché in genere vengono ammesse solamente startup già costituite e che hanno un minimo di traction sul mercato. Non ti nascondo che la nostra partecipazione fu molto discussa all’inizio. Questo anche perché altri team avevano già provato a tirare su un modello di business come il nostro in Italia, ma senza ottenere successo. A mio avviso il motivo principale della non riuscita era la mancanza di conoscenza del mercato.»
Come vi siete mossi?
«Siamo partiti in quattro, realizzando un programma della durata di cinque mesi, realizzando un servizio per le città di Roma e Firenze con circa 90 centri sportivi e quasi 100 abbonati attivi. Alla fine dell’accelerazione abbiamo aperto un round da 400k, chiuso molto velocemente con due fondi di investimento angel, molti di essi con importanti traction di exit alle spalle. I due principali fondi sono LVenture e B Heroes. Dopo quel round il team si è allargato attualmente siamo in dieci. A dicembre 2017 abbiamo realizzato un altro piccolo bridge da 250k con altri angel.»
Perché avete scelto il nome Fitprime?
«Vero, non ti ho detto che all’inizio durante l’accelerazione il nostro nome era Checmoov, a settembre 2016 abbiamo fatto un total rebranding diventando Fitprime. All’inizio pensavamo che il nostro target fossero le aziende e chi viaggiava per lavoro, ma ci siamo presto resi conto che avevamo sbagliato, per questa ragione abbiamo scelto un nome molto più fruibile. Consideriamo gennaio 2017 come la nascita ufficiale di Fitprime, prima infatti eravamo in fase beta e di sperimentazione. Da quel momento in poi ogni mese siamo cresciuti in media +17% grazie al costante impegno di tutto il team.»
Matteo da chi è composto il tuo team?
«Credo che il vero valore aggiunto del nostro team siano i valori e i legami d’amicizia uniti da una vera e autentica passione per lo sport. Credo che siano proprio questi valori che ci hanno permesso di arrivare fin dove siamo ora.»
Oltre a Startup Competition avete partecipato ad altri concorsi?
«Si, siamo stati selezionati per B Heroes, arrivando tra le dodici startup in accellerazione e tra le quattro finaliste, non abbiamo vinto per un soffio. Il tutto è andato in onda per sei puntate televisive su canale 9. Tutto questo ci ha permesso di arrivare al Web Mmarketing Festival e vincere due premi all’interno della Startup Competition 2018.»
All’interno della competizione, quali secondo te sono stati gli elementi vincenti?
«A mio avviso, i risultati che abbiamo già ottenuto ma anche una presentazione molto quadrata e in grado di comunicare al meglio il valore di quello che facciamo quotidianamente in solo tre minuti di cronometro. Tutto questo è merito del percorso fatto finora e di un particolare modello di business che fin da subito ti inquadra in una determinata posizione.»
Obbiettivi per il futuro?
«Dato che provengo dal mondo dello sport, raramente credo che ci sia un punto di fine nelle cose che faccio; ne tantomeno che ci sia un punto di arrivo, piuttosto credo in un continuum. Fitprime ad oggi è il 10% di quello che io e il mio team immaginiamo per il futuro. Immaginiamo un prodotto molto più evoluto, che accompagni le persone verso il miglioramento del loro stile di vita e della loro salute a 360 gradi. Immaginiamo un network da migliaia di centri sportivi, che comprendano nuove attività sportive e centri benessere. Immaginiamo anche che se si vuole provare vari sport prima di sceglier quello che fa al proprio caso con Fitprime sarà possibile.»
Un consiglio ai giovani?
«Mi sento di dare principalmente tre consigli. Il primo è legato alle persone; sempre imprenditori affermati del mondo delle startup mi ripetevano il valore delle persone, di chi ti circonda e di chi sceglie di lavorare per te – all’inizio non capivo – ero focalizzato sui numeri, sui risultati, sui curriculum, ma poi in questi due anni ho realmente capito come si devono scegliere le persone giusta e come queste possano fare la differenza all’interno di un team e di un’azienda di successo.
Il secondo consiglio è che non ci si deve fermare alle prime difficoltà; spesso mi scrivono delle persone che hanno in mente un progetto – chiedendomi dei consigli – quando inizio a spiegargli quello di cui avrebbero bisogno secondo me ovvero: impegno, fondi, personale eccetera, si bloccano e mi dicono “non pensavo” fino a accantonare quell’idea. Non esistono formule magiche per tirare su progetti innovativi e non, serve perseveranza.
L’ultimo consiglio, è proprio sulla perseveranza e sulla disciplina. Perseverare nel trovare una soluzione a ogni avversità o problema che si incontra – saranno centinaia di centinaia – anche dopo anni di vita dell’attività, proprio perché spesso si creano modelli di business spesso nuovi e si inizia a camminare su nuovi terreni non ancora esplorati. La disciplina ci permette di andare veloci. Ricordatevi sempre “mai fare domani quello che si può fare oggi” e “mai fare in modo approssimativo quello che richiede che venga fatto con precisione.” Con questi ingredienti la partita si vince!
Grazie Matteo
Gloria Chiocci