Vittorio: “Non serviva costruire nuovi hotel, ma ottimizzare quelli esistenti, valorizzandoli con tecnologia e servizi su misura”

Vittorio Gargiulo, 25 anni, è originario di Piano di Sorrento (NA). Dopo una formazione in Economia e Finanza alla Bocconi, ha completato un Double Degree in Portogallo e un semestre di scambio in America, sviluppando una visione internazionale dell’innovazione e dell’imprenditoria.

Insieme ai suoi co-founder Federico Brunelli e Federico Di Carlo, ha dato vita a Hotiday, un modello rivoluzionario di ospitalità che ottimizza il potenziale inespresso degli hotel. In questa intervista ci racconta il percorso che ha portato alla nascita di Hotiday, le sfide del settore e i consigli per chi sogna di costruire una startup di successo.

Dall’idea alla realtà: qual è stata la scintilla che vi ha portato a fondare Hotiday?

«Ciò che accomuna noi tre co-founder, insieme a Federico Brunelli e Federico Di Carlo, è che abbiamo esperienza e passione per il mondo dell’hotellerie e una forte spinta imprenditoriale. Siamo partiti da una convinzione chiara: l’ospitalità tradizionale ha un enorme potenziale inespresso.

Abbiamo osservato dinamiche ricorrenti: camere vuote nonostante strategie di pricing efficaci, strutture con margini sempre più ridotti e viaggiatori in cerca di esperienze di viaggio sicure, intuitive e a portata di click. Non serviva costruire nuovi hotel, ma ottimizzare e valorizzare quelli già esistenti, collaborando con i migliori professionisti del settore. Da qui nasce Hotiday: un modello nuovo di ospitalità che ottimizza le strutture, rendendole più efficienti, al passo con le ultime tecnologie sul mercato e in linea con le esigenze dei viaggiatori moderni.»

State ripensando il mondo dell’hospitality con un modello innovativo che ottimizza il potenziale nascosto degli hotel. Qual è l’elemento chiave che vi distingue e come vedete evolversi il settore nei prossimi anni?

«Siamo il primo hotel decentralizzato che ha l’aspirazione di diventare globale. Supportiamo gli hotel dall’interno, ne conosciamo bene le sfide e lavoriamo fianco a fianco con i migliori albergatori per ottimizzare servizi e performance. Il nostro valore per gli hotel è concreto e immediato: aumentiamo il tasso di occupazione e il fatturato fin da subito, mentre per gli ospiti garantiamo un’esperienza intuitiva e innovativa. Grazie al nostro algoritmo proprietario, valutiamo istantaneamente le camere e forniamo soluzioni su misura, dal Revenue Management System (RMS) all’assistenza AI per i viaggiatori.

L’ospitalità sta evolvendo verso più tecnologia e più qualità dell’esperienza e noi vogliamo essere pionieri di questa trasformazione. Conserviamo l’essenza caratteristica e l’anima di ogni destinazione, valorizzandola con servizi aggiuntivi ed il nostro tocco. Il nostro modello asset-light ci ha già portato a oltre 70 destinazioni in Europa in soli due anni, permettendoci di scalare rapidamente in nuovi mercati. Dalle camere business-friendly a quelle per il puro relax, le Hotiday Room Collection sono pensate per rispondere ai vari desideri dei viaggiatori.»

Molti giovani sognano di costruire una startup di successo. Qual è il consiglio più importante che dareste a chi vuole trasformare un’idea ambiziosa in un business scalabile?

«Uno non basta, a mio avviso ce ne sono tre che vediamo rappresentati nella nostra cultura aziendale e nei nostri valori. Il primo: testare, imparare, migliorarsi. Ogni idea, anche la migliore, va validata nel mondo reale. Il mercato e i dati sono i veri giudici e il nostro approccio è sempre stato lean, basato su test rapidi e miglioramento continuo. Crediamo nel “fail fast”: ogni errore è un’opportunità di crescita, se lo trasformi in apprendimento. Il secondo: “Make it simple”.

La complessità rallenta, la semplicità permette di scalare. Un business di successo non è quello che aggiunge strati inutili, ma quello che risolve un problema nel modo più diretto ed efficace possibile. Il terzo: scegliere bene il proprio team. Le idee, da sole, non bastano, servono persone motivate che le sappiano trasformare in realtà, con un mindset orientato all’esecuzione, alla sperimentazione e all’ottimizzazione continua.»

Grazie Vittorio!

Gloria Chiocci