Filippo Carabelli, 28 anni, originario di Gallarate (VA), ha una laurea magistrale in economia e management conseguita alla LIUC. Insieme ai suoi soci Giacomo Luppi, Pietro Santini e Simone Roccoli, ha dato vita a Chapeau, un progetto che punta a ispirare e supportare le nuove generazioni di imprenditori in Italia.
Con la voglia di approfondire le storie di successo, le sfide e i fallimenti di chi ha trasformato un’idea in realtà, Filippo ha trovato nel racconto e nella condivisione uno strumento potente per spronare giovani talenti a credere nelle proprie ambizioni. In questa intervista, ci parla del suo percorso, dell’idea dietro Chapeau e dell’importanza di creare una community di aspiranti imprenditori.
Dal tuo percorso all’idea di Chapeau: qual è stato il momento in cui hai capito che c’era bisogno di una realtà come questa per ispirare i giovani imprenditori in Italia?
«Tutto è nato dalla passione. Abbiamo iniziato a registrare i primi episodi per il puro desiderio di conoscere da vicino gli imprenditori, comprendere le loro sfide più grandi, i fallimenti e raccogliere consigli pragmatici per il nostro stesso percorso imprenditoriale. Poi ci siamo chiesti: perché non condividere queste conversazioni con chiunque potesse trarne valore per sé o per la propria azienda?
Il momento in cui abbiamo davvero capito che una realtà come Chapeau era necessaria è arrivato dopo un anno, quando abbiamo raggiunto i primi 10.000 iscritti. Da lì, un’ondata di messaggi da studenti e imprenditori di tutte le età ci ha inondati: ci ringraziavano perché, grazie ai nostri contenuti, trovavano la motivazione per dare il massimo nel loro lavoro, nello studio e nel perseguire i loro sogni. Ricevere feedback così autentici e sentire l’impatto concreto di ciò che stavamo facendo ci ha fatto dire: forse stiamo davvero creando qualcosa di valore. Ed è così che è nato Chapeau.»
Chapeau Media ha costruito una community forte in pochissimo tempo: qual è stata la strategia vincente per coinvolgere imprenditori di successo e giovani talenti?
«Ovviamente “ospite chiama ospite”, dopo aver intervistato Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, ovviamente si sono aperte un sacco di porte e molti altri imprenditori erano interessati a partecipare ai nostri video o ai nostri eventi. credo che il segreto sia stato insistere, mandare migliaia di mail, fare centinaia di chiamate e usare man mano il network che si stava creando. In ogni caso la strategia vincente è il posizionamento. partire dagli imprenditori più importanti in assoluto e piano piano scendere. se riesci a portare i più importanti, poi tutti vorranno venire e partecipare.
Senza dubbio, il principio di “ospite chiama ospite” ha giocato un ruolo fondamentale. Dopo aver intervistato Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, si sono aperte molte porte e sempre più imprenditori di successo hanno iniziato a interessarsi ai nostri contenuti e ai nostri eventi. Ma la vera chiave è stata la perseveranza: abbiamo inviato migliaia di email, fatto centinaia di chiamate e ci siamo appoggiati ad ogni connessione per ampliare il network che si stava creando.
Se dovessi riassumere la strategia vincente in una parola, direi posizionamento. Abbiamo puntato fin da subito sugli imprenditori più importanti in assoluto e, una volta coinvolti loro, è stato naturale che altri volessero far parte del progetto. Quando crei contenuti di valore e ottieni la fiducia delle figure di spicco, il resto segue quasi automaticamente.»
Per chi sogna di creare la propria startup, qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto e che vorresti condividere con i giovani che vogliono fare impresa in Italia?
«È difficile per noi dare consigli, perché siamo ancora all’inizio del nostro percorso e abbiamo tantissimo da imparare. Però, se c’è qualcosa che ci sentiamo di consigliare a chi sogna di creare la propria startup, è di coltivare due elementi fondamentali: intelligenza emotiva e network.
Il network, nel mondo del lavoro, è forse l’asset più importante. Conoscere persone, partecipare a eventi, creare connessioni—tutto questo può aprire porte impensabili in futuro. Ma il network da solo non basta: senza una forte intelligenza emotiva, è difficile costruire relazioni autentiche e, soprattutto, saperle valorizzare nel momento giusto. Avere idee brillanti è importante, ma saperle condividere e sviluppare con le persone giuste è ciò che fa davvero la differenza.»
Grazie Filippo!
Gloria Chiocci