Lidia Panarello, ha 26 anni è nata a Milano e cresciuta a Mantova da papà siciliano e mamma venezuelana. L’internazionalità ha sempre fatto parte della sua crescita, fin dal liceo ha frequentato un anno all’estero negli Stati Uniti attraverso un programma di exchange e durante la triennale ha frequentato un semestre in Corea del Sud dove ha avuto modo di conoscere la cultura asiatica. Una volta laureata alla triennale ha frequentato un Double Degree in Economics all’università Sorbona di Parigi e Fudan University, a Shanghai. La storia di Lidia unisce alla passione per l’internazionalità lo studio dell’economia apportata all’energia tema centrale in questo periodo che stiamo vivendo. Andiamo a conoscere meglio il suo percorso e i passi che ha compiuto per realizzarlo.
Lidia durante e dopo gli studi ti sei recata all’estero per lavorare alla World Bank, alla Banca Europea degli Investimenti e ora da JP Morgan, quando hai capito che il mondo della finanza e dell’economia internazionale legata al mondo energetico sarebbero stata la tua strada?
«Durante gli studi ho fatto numerose esperienze di stage, sia nel settore privato che in quello pubblico. Infatti, ho lavorato in Austria per una società energetica, OMV, come trader e nel Dipartimento Energy della Commissione Europea, occupandomi di energy policy. Queste opportunità di stage mi hanno aiutato a dare forma al mio interesse per una carriera in ambito economico/finanziario legato all’industria energetica. Così, finiti gli studi in Cina, mi trasferii a Washington DC per una summer internship alla Banca Mondiale, esperienza chiave, che mi aiutò a diventare Energy Analyst dopo tre mesi.
Come Energy Analyst, ho lavorato sul finanziamento e sullo sviluppo di nuovi strumenti finanziari per promuovere progetti di energia rinnovabile in paesi emergenti del sud-est asiatico. Per esempio, con il mio team, ho lavorato in Indonesia, finanziando il primo progetto di pumped storage hydropower plant sull’isola di Java-Bali per supportare la transizione energetica del paese.
Dopo due anni a World Bank, ho avuto l’opportunità di tornare in Europa, ed applicare le mie esperienze al panorama europeo. Alla Banca Europea degli Investimenti in Lussemburgo, ho contribuito a sviluppare una pipeline di progetti di rinnovabili nei Balcani. Dopo questi due anni nel settore finanziario pubblico, ho deciso di fare il salto e di tornare nel settore privato. Oggi lavoro a Londra, come Investment Banking Analyst nel team energy di J.P. Morgan.»
HOMO FABER – Italia è il podcast che insieme a un gruppo di tuoi coetanei state portando avanti per raccontare il percorso personale e professionale di italiani che hanno trascorso la propria carriera all’estero, perché è importante raccontare queste storie?
«HOMO FABER è un progetto che è nato durante il periodo COVID, con l’obiettivo di raccontare le storie di italiani all’estero per dare fiducia ai giovani che si trovano ad affrontare un job market difficile attraverso le esperienze concrete di italiani più senior.
All’inizio sono partita con questo progetto da sola. Ma mi sono velocemente resa conto che non avevo tutte le skils per gestire quest’iniziativa. Così ho espanso il team, cercando figure per ricoprire tutti i ruoli chiave, come graphic design, video editing e social media. Oggi il team è composta da nove persone (Elena Gabella, Cristina Coletti, Francesco Ferrari, Federica Isotta Squeri, Caroline Savoldi, Valentina Daviddi, Elena Pedrazzini, Eleonora Trentini) senza le quali questo progetto sarebbe potuto arrivare così lontano.
Ad oggi, abbiamo prodotto 27 episodi con ospiti del calibro di Carlo Cottarelli, ex-Executive Director del Fondo Monetario Internazionale, Marco Alverà, CEO di SNAM, Patrizio Pagano, ex- Executive Director alla Banca Mondiale, Dante Roscini, Professore alla Harvard Business School e Giovanna Carnevali, Executive Director di Urban Planning a NEOM.
Grazie a questo super team e sull’onda del successo, abbiamo creato una partnership con YourGuide, piattaforma di Mentorship, per sviluppare HOMO FABER – Young, gestita da Eleonora Trentini, dove raccontiamo le storie di italiani under 30 che hanno tutte le carte per una carriera di successo all’estero.»
Il podcast è un formato molto amato dalla nostra generazione, da dietro il microfono qual è l’emozione e l’insegnamento più grande che ti hai ricevuto?
«Tantissimi sono stati gli insegnamenti chiave. I più significativi sono stati:
- Bisogna seguire la propria passione e bisogna circondarsi di persone che ci dicono “Vai prova!” (Francesca Dominici – Director alla Data Science a Harvard University).
- La vita e’ come giocare a scacchi. Ogni decisione, come ogni mossa per vincere la partita, comporta sacrificare qualcosa. (Giovanna Carnevali – Executive Director di Urban Planning a Neom).»
Grazie Lidia!
Gloria Chiocci