Francesco Giberti, 34 anni milanese. Dopo una laurea in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano e alcune esperienze lavorative nei dipartimenti legali di grandi società di consulenza, ha scelto di mollare tutto per lanciarsi in un primo progetto imprenditoriale e poi immediatamente in un altro seguendo i due più grandi interessi: l’innovazione tecnologica e l’economia circolare. Lo spreco alimentare è una delle piaghe della nostra era e Francesco ha ideato e fondato due startup che mirano a colmare questo gap, andiamo a conoscerle insieme.
Francesco la tua è una storia “Tech For Good and Food” a 360° quando e come è nata la prima idea per combattere lo spreco alimentare?
«Il primo progetto che ha visto la luce è stato Myfoody, un’app che aiutava le persone a trovare i prodotti in scadenza a prezzi scontati ed evitare così che venissero sprecati. Di recente Myfoody è stata venduta ad un gruppo francese, Phenix. È stata questa la mia prima exit. Se Myfoody si concentrava sugli sprechi nei supermercati, con il lancio di Babaco Market abbiamo invece deciso di “aggredire” lo spreco alimentare che si origina a monte della filiera, nei produttori. Per questo con Babaco Market diamo una chance a tutti quei prodotti agricoli che ad oggi rischiano di non avere sbocco commerciale per ragioni estetiche come difetti di buccia, calibri anomali o sovrapproduzioni, situazioni sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici che incidono notevolmente sulle coltivazioni.»
Inviare a casa una box con frutta e verdura che non ha “superato i canonici concorsi di bellezza”, come sei riuscito a mettere a terra Babaco Market partendo e quali sono state le principali difficoltà iniziali?
«Avevo in mente il progetto di Babaco Market da diverso tempo ispirandomi a servizi simili esistenti nei mercati anglosassoni. Durante il lockdown ho capito che era giunto il momento di metterlo a terra. Babaco, infatti, intercetta due trend di consumo che hanno subito una forte accelerazione durante la pandemia: la crescita dei servizi di spesa online e l’aumentata consapevolezza dell’importanza di un consumo sostenibile.
La difficoltà maggiore è stata quella di rendere velocemente operativo il progetto dal punto di vista della gestione logistica, ma proprio grazie all’esperienza di Myfoody, avevamo già in azienda il know how e le figure professionali necessarie.»
Combattere lo spreco alimentare è una delle grandi sfide ambientali e sociali dei nostri giorni, con quali azioni e comportamenti ognuno di noi può contribuire nella quotidianità?
«Una buona parte dello spreco alimentare (oltre il 60% secondo i report della FAO) si origina proprio tra le mure domestiche, per questo noi di Babaco, oltre al servizio in sé, offriamo contenuti e consigli per aiutare i nostri clienti ad agire concretamente. Per farlo ci avvaliamo della collaborazione di figure esperte in materia come nutrizionisti, meal planner o chef che chiamiamo i “Babaco Guru”. Alcuni semplici esempi possono essere quelli di organizzare le preparazioni per i pasti in anticipo o imparare a sfruttare ogni parte della frutta e della verdura anche bucce, gambi e foglie.»
Grazie Francesco!
Gloria Chiocci