Valeria:” In House of Talent il talent manager trasforma e gestisce i nuovi talenti a 360°”

Valeria Mannozzi, 33 anni romana di nascita e milanese d’adozione nella vita è una Talent Manager, una delle nuove professioni nate con i social network negli ultimi anni. Io per prima devo ammettere che fino a qualche tempo fa non conoscevo l’esistenza di questa professione che richiede costanza, metodologia e un occhio sempre attento. Andiamo a conoscere la storia di Valeria e dell’Accademia milanese di House of Talent.

 Valeria di cosa si occupa una Talent Manager e come si trasforma un talento in una vera e propria professione?

 «La figura del Talent Manager si è concretizzata solo negli ultimi anni. Prima c’erano “gli assistenti dei vip”, che poi sono diventati “celebrities“, che poi sono diventati “influencer“, e un Talent Manager nasce proprio da questo nuovo boom e dall’esigenza di avere qualcuno che gestisca tutti i lavori con un servizio a 360°.

Si tratta di una professione in cui bisogna essere molto schematici, sapere quali sono le priorità, le proposte, i budget è molto facile perdersi. Da fuori può sembrare facile: “Ah, lavori sui social, bello! Fai una foto e la pubblichi”. Ma non è così! C’è un obiettivo comune e bisogna impegnarsi ogni giorno per raggiungerlo, scrivendo script, pensando alle creatività, assistendo agli shooting; e bisogna essere bravi soprattutto nel declinare le richieste del brand in modo che diventino contenuti smart con il linguaggio del target di riferimento.

Nel caso di House of Talent, io mi occupo anche della formazione dei ragazzi dell’Academy: i crew member di House of Talent e gli aspiranti tali, i dreamers, si mettono ogni giorno alla prova, studiano e si allenano per realizzare i loro sogni. Sanno esattamente ciò che vogliono diventare “da grandi” (chi l’attore, chi la cantante, chi il ballerino, chi la presentatrice) nonostante la giovanissima età (17–21 anni) il mio compito è anche aiutarli a far emergere tutte le loro skills.»

Cos’è il talento oggi e come le nuove generazioni riescono a inglobarlo nella creazione di contenuti digitali?

«Il rischio che una campagna possa sembrare una marketta è dietro l’angolo, e un talent deve fare in modo che i contenuti pubblicati vengano apprezzati e capiti dai loro follower. La Generazione Z chiede autenticità, storie vere, si informa, tratta temi importanti (come quello della sostenibilità ed incisività sociale); quindi, non puoi permetterti di fare una semplice produzione di contenuti e fermarti lì. Il talent deve spiegare perché ha scelto di lavorare per quel brand, deve spiegare i motivi per cui è sensibile a quel determinato argomento, ed è tutto reale. La collaborazione con il brand non finisce dal momento in cui pubblichi il contenuto e invii gli insights, perché la fanbase continua a interagire con il talent, a volte chiedendo consigli o facendo domande specifiche su un prodotto. Il riscontro è continuo e in questo modo si tiene ingaggiata la propria community.»

Diversità, inclusione e gioco di squadra sono i valori che House of Talent trasmette agli adolescenti, ma attraverso quali contenuti riuscite maggiormente a veicolarli e diffonderli? 

«I contenuti che usiamo, principalmente, sono post su Instagram e TikTok. Lavoriamo 50 e 50 sulle due piattaforme. La differenza però è che Instagram ti permette di entrare maggiormente a contatto con la tua fanbase: attraverso le stories, i tuoi follower vedono veramente tutto quello che fai, dalla tua relazione d’amore, a com’è fatto il tuo bagno quando ti trucchi, a che film guardi la sera. Con TikTok tutto questo è più difficile perché puoi fare video da 15/30 secondi ma non si riesce a mantenere uno storytelling reale, i video a volte partono e a volte no, e non c’è sempre una continuità. Su TikTok facciamo principalmente challenge. House of Talent cerca sempre di lasciare messaggi positivi nei suoi giovani follower: abbiamo fatto campagne contro il bullismo e cyberbullismo, una campagna LILT per sensibilizzare i giovani in occasione della giornata mondiale senza il tabacco, abbiamo preparato e portato pizze ai senzatetto durante il World Pizza Day, e vogliamo continuare ad essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni. Il sogno è di diventare presto internazionali e poter arrivare a parlare a tutti i ragazzi del mondo.» 

Grazie Valeria! 

Gloria Chiocci