Matteo Brucato, 30 anni è un creativo poliedrico e appassionato formatosi alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA). Esperto in motion graphic, animazione, modellazione 3D, fotografia, AR e intelligenza artificiale. Ha realizzato +100 filtri AR utilizzati da celebrità, con +500 milioni di visualizzazioni globali. Amante del lato ‘nerd’, continua a esplorare nuove tecniche e workflow, concentrando ora la sua passione sull’AI, esplorandone ogni aspetto creativo e innovativo “fuori dagli schemi” oggi ricopre il ruolo di Creative Director di Culture Boutique. Andiamo a conoscere la sua storia!
Com’è arrivato a Culture Boutique e come si è sviluppato il progetto? Matteo potresti raccontare la tua esperienza iniziale con Culture Boutique e come hai lavorato con Samuele Sanna tramite Massimo Pecchenini per implementare la parte editoriale del progetto e coinvolgere sempre più persone?
«Amo circondarmi di persone curiose e in Massimo e Samuele ho trovato due grandi menti. Ho conosciuto Samuele diversi anni fa e fin da subito c’è stata una grande affinità, questa stima reciproca ed affiatamento ci ha portati fin da subito a lavorare alle basi del nostro Magazine. Abbiamo notato un gap editoriale sul topic della cultura per come la intendiamo noi. Per noi è “culture” quello che ascolti, le sneakers che indossi e tutto ciò che ti identifica e rappresenta. Inoltre la parte visual viene data per scontata da molti editori, da noi invece è un punto di forza potentissimo che ci permette di avere un’identità unica sul panorama.»
Quali sono le anime di Culture Boutique? Come all’interno del progetto ognuna ciascuna contribuisce?
«Culture Boutique ha tre anime: una parte progettuale con focus su attività culturalmente rilevanti. Vogliamo superare il modello dell’influencer marketing per introdurre le voci culturali, player credibili ed affermati in una cultura di riferimento che fanno della propria forza la credibilità e non le visualizzazioni delle stories su Instagram. Una parte è di ricerca e sviluppo, con paper orientati versi un tipo di ricerca qualitativa e non quantitativa, e una parte è editoriale, la creatura di cui vado più fiero.»
Come definiresti l’e-magazine di Culture Boutique e in cosa si differenzia dagli altri editori per piacere così tanto ai giovanissimi? In che modo l’e-magazine di Culture Boutique è unico e come si distingue da altri editori digitali?
«Non riportiamo news, ma sguardi attenti a fenomeni e culture del nostro tempo. Vogliamo fornire un tipo di contenuto con effetto cracker: non si tratta di un pasto completo ma di uno snack da consumare nell’attesa della metro, in coda alle casse del supermercato o come spuntino di mezzanotte prima di andare a dormire. Abbiamo un fortissimo focus sulla parte visual (big up anche per i fratelli Alessandro e Thiago), e trattiamo ogni articolo con un artwork 100% custom, combinando diverse tecnologie (ad esempio l’IA generativa e la motion graphic) in modo da creare contenuti ad altissimo impatto visivo.»
Grazie Matteo!
Gloria Chiocci