Antonio Giordano, 34 anni, è originario di un piccolo paesino della provincia di Avellino. Nel suo percorso ha saputo combinare la passione per la strategia e la scoperta con una solida formazione in Consulenza & Management Strategico presso l’Università degli Studi di Salerno.
Oggi Antonio è riuscito a trasformare le sue passioni in realtà professionali, ricoprendo il ruolo di Coordinatore e Travel Producer per WeRoad e occupandosi di Product Management per TIM Enterprise. Una chiacchierata con lui è un viaggio tra esperienze, ambizioni e nuove prospettive. Pronti a scoprire il suo mondo?
In che modo una persona può proporre un itinerario a WeRoad e rivenderlo come se fosse un marketplace?
«Parliamo del Progetto WeRoad X, dove gli itinerari vengono creati dai coordinatori “esperti” e rivenduti attraverso WeRoad che diventa a questo punto un vero e proprio marketplace. Questo progetto permette di fare soprattutto due cose: creare itinerari particolari che sono per lo più viaggi ed esperienze che noi per primi sogniamo di fare e poi di trasformare la nostra passione per i viaggi in un lavoro, diventando travel producer. Per i WeRoader diventa una opportunità incredibile per partire per destinazioni particolari e fare esperienze atipiche, non semplici da trovare presso altri player perché si riivolgono a un determinato pubblico enon sarebbe semplice produrli su larga scala. Per fare un esempio, questo è il viaggio in Costa Rica che ho disegnato insieme ad un’altra coordinatrice e che coordineremo insieme questo Capodanno.
Vivremo il Costa Rica con un’esperienza unica self guided in 4×4! Quando siamo noi a creare i viaggi ci occupiamo di disegnare l’itinerario e di prendere accordi con i partner, facendo noi il prezzo del viaggio come dei veri e propri imprenditori. Gli itinerari devono seguire precise guidelines per mantenere lo standard qualitativo alto e il “mood” WeRoad. Questo modello consente a WeRoad di ampliare l’offerta, esternalizzando progettazione e logistica, senza alterare lo spirito WeRoad né la sua Brand Awareness.»
Antonio, cosa serve per rendere unico un viaggio?
«Per rendere unico un viaggio, servono tre elementi fondamentali: autenticità, connessione e personalizzazione. L’autenticità si raggiunge scegliendo esperienze e destinazioni che permettano di vivere la cultura locale in modo genuino, andando oltre i soliti percorsi turistici. La connessione riguarda sia il legame con le persone del luogo sia con i propri compagni di viaggio, creando momenti indimenticabili da condividere. Infine, la personalizzazione è ciò che trasforma un semplice itinerario in un’esperienza su misura, adattata agli interessi, ai sogni e al carattere di chi parte. Solo combinando questi aspetti si può davvero creare un viaggio che lasci il segno anche a patto di rinunciare a qualche nostra superficiale comodità»
Qual è il messaggio che vorresti lasciare a chi sogna di ideare e progettare itinerari di viaggio?
«Rispondo con una frase che mi piace tanto: “Ideas are easy. Execution is everything” . Questo per dire che non basta un’idea per progettare un viaggio, ma è un lavoro che richiede tanto impegno e precisione: dal budgeting al marketing, la gestione della parte logistica del viaggio, la prenotazione degli alloggi, dei trasporti e delle attività previste. Fino alla formazione e gestione degli altri coordinatori che andranno fisicamente a fare quel viaggio (perché un travel producer produce il viaggio, ma può poi assegnare quel turno a un altro coordinatore). Senza dimenticare la parte di finance alla fine del viaggio. Il risultato poi è molto gratificamente ed emozionante: non ha prezzo vedere e ascoltare i feedback dei WeRoader o dei coordinatori che hanno partecipato a viaggi disegnati e pensati da me. Sapere che hanno vissuto, grazie al mio lavoro, le mie stesse emozioni è un aspetto a mio parere impagabile!»
Grazie Antonio!
Gloria Chiocci