Francesca Prete

Francesca: “YBAB, il wellbeing aziendale che mette le persone al centro del cambiamento”

Francesca Prete, 34 anni, originaria di Salerno, è la fondatrice di YBAB, una piattaforma innovativa che mette il benessere delle persone al centro delle strategie aziendali. Dopo una laurea triennale alla Bocconi e una magistrale all’Università Cattolica, Francesca ha arricchito il suo percorso accademico con esperienze internazionali, tra cui un periodo di studio presso la UCI e una carriera lavorativa a Dubai. Con talento, passione e una chiara visione strategica, ha maturato competenze sia in contesti corporate che nella gestione della PMI di famiglia. Questo background le ha permesso di dar vita a una realtà che sta ridefinendo il concetto di wellbeing aziendale, offrendo un approccio innovativo al corporate wellness.

Francesca, raccontaci di te e di tua sorella: come le vostre esperienze manageriali e imprenditoriali vi hanno portato a fondare YBAB?

«Maria ed io siamo cresciute in un contesto imprenditoriale che ha plasmato il nostro modo di affrontare il lavoro. Le nostre strade, però, si sono inizialmente divise: io ho intrapreso una carriera in una grande multinazionale, tra rotazioni lavorative e importanti esperienze internazionali, mentre Maria ha dedicato quindici anni all’azienda di famiglia, costruendo solide relazioni di fiducia con tutti gli stakeholder.

Quando abbiamo avuto l’opportunità di lavorare insieme, le nostre competenze e prospettive si sono intrecciate, arricchendoci a vicenda. Abbiamo capito che, sia nel lavoro che nella vita, il successo si costruisce insieme, e che il benessere è il fondamento di relazioni sane, basate su fiducia e rispetto. Da questa consapevolezza è nato You Before Any Business: un progetto che unisce la crescita personale e professionale al benessere, dimostrando che le due dimensioni sono inscindibili.»

YBAB si distingue per i percorsi di benessere personalizzati e un approccio unico che evita soluzioni top-down. Cosa vi ha ispirato a creare una piattaforma così flessibile e come siete riuscite a coinvolgere una community di 120 professionisti certificati?

«Le nostre esperienze, sia professionali che personali, ci hanno profondamente ispirato. Oggi si parla molto di benessere, ma spesso il rischio è scivolare nel “wellbeing washing”. Per chi, come noi, ha lavorato a stretto contatto con una vasta gamma di interlocutori, è evidente quanto il benessere personale sia la base per costruire relazioni positive e avviare un circolo virtuoso. Tuttavia, affinché questo funzioni, il benessere deve essere autentico, personalizzato e mai imposto. È su questa premessa che si fonda YBAB, basandosi su due principi essenziali: ogni persona è unica e il benessere non può essere standardizzato.

Da questa visione è nata la nostra piattaforma, che propone percorsi esclusivamente One-to-One e adotta un approccio olistico. La nostra filosofia ha trovato grande riscontro tra i professionisti del settore, che hanno accolto con entusiasmo la nostra missione. Selezioniamo con cura esperti altamente qualificati e certificati, costruendo quotidianamente una community che condivide i nostri valori. Oggi, grazie a questa rete di oltre 120 professionisti, portiamo benessere nelle aziende, garantendo un impatto reale e tangibile. Sono loro i nostri principali ambasciatori, promotori di una cultura aziendale centrata sulle persone.»

Qual è il vostro consiglio per i giovani under 35 che vogliono fondare una startup incentrata sulle persone? Come possono bilanciare innovazione tecnologica e impatto umano per creare soluzioni di valore?

«Premesso che i consigli non richiesti possono essere l’incubo di chi sta iniziando un percorso imprenditoriale, credo che il punto di partenza sia sempre l’ascolto. Che si tratti di una startup o di qualsiasi altra iniziativa, è fondamentale mettersi in discussione e accogliere prospettive diverse dalle proprie. È un lavoro costante su sé stessi, che richiede apertura al cambiamento e umiltà. Personalmente, essendo piuttosto permalosa, so quanto possa essere difficile adottare questo approccio, ma la mia curiosità mi ha sempre aiutata. Ogni volta che mi apro a nuove visioni, ne esco arricchita e spesso sorpresa in modo positivo.

Per quanto riguarda il bilanciamento tra tecnologia e impatto umano, non le ho mai percepite come in conflitto o come un compromesso da accettare. Al contrario, credo fermamente che la loro coesistenza sia essenziale per creare soluzioni realmente innovative e di valore. In un mondo sempre più connesso, la vera innovazione nasce dall’umanità che guida la tecnologia, non dall’una che sostituisce l’altra.»

Grazie Francesca!

Gloria Chiocci