Teresa Agovino, 32 anni è ingegnere ambientale e consulente di turismo sostenibile per professione, artigiana della sostenibilità per vocazione. La sua storia unisce un forte impegno ambientale unito al desiderio di lasciare un impatto positivo sull’ambiente e le popolazioni che lo abitano. Vi racconto la storia di Teresa proprio ora perché le vacanze si stanno avvicinando e uno sguardo alla sostenibilità delle nostre azioni da turisti/visitatori oggi inizia a diventare d’obbligo. Adiamo a conoscerla insieme!
Teresa hai una forma mentis da ingegnere ambientale ora ti stai occupando di rendere il turismo sostenibile con Faroo. Come si svolge il tuo lavoro e quali progetti all’interno delle comunità sostenete?
«Proprio così, ingegneria ambientale e turismo sostenibile sono le due colonne portanti del mio lavoro e più precisamente della mia missione. Sebbene possano sembrare tematiche poco connesse, in realtà sono strettamente dipendenti. La formazione da ingegnera ambientale mi aiuta, nei diversi contesti nei quali opero, ad individuare le opzioni tecnologiche più efficienti e sostenibili per ridurre l’impronta di carbonio, i consumi idrici o lo spreco di risorse naturali. Tutte queste soluzioni, però, sarebbero inutili e poco efficaci se non fossero inserite all’interno di una progettazione più ampia a beneficio del territorio e delle comunità locali. È proprio questo sono consulente e progettista di turismo sostenibile oltre che come founder di Faroo, la mia startup di turismo sostenibile. Unire le competenze tecniche ed ingegneristiche per realizzare dei progetti che siano di reale beneficio ed impatto per le comunità locali è da sempre la mia missione.
E quale modo migliore se non usando le due anime della mia formazione? Faroo è nata, dopo anni di esperienza e progetti sul campo, proprio per trasformare il turismo in una forza positiva per cambiare il mondo. È questo che facciamo. Partiamo da progetti con le comunità locali e ci impegniamo a creare un beneficio economico attraverso il turismo. Un circolo virtuoso che si autoalimenta. Che si tratti di progetti di potabilizzazione delle acque, riforestazione, salvaguardia dell’identità culturali o altri temi ambientali e sociali, ogni nostro intervento e supporto parte sempre da un punto importante: la valutazione dei bisogni delle comunità locali e l’ascolto di chi abita i luoghi nei quali operiamo.»
Il 16 giugno sarai a Rimini sul palco del We Make Future di cosa parlerai?
«Il 16 giugno sarò sul palco del We Make Future in duplice veste, come green influencer e come CEO & Co-Founder della mia startup di turismo sostenibile, Faroo. Entrambi i ruoli, però, si intersecheranno molto. In occasione della tavola rotonda sulla sostenibilità e la comunicazione, insieme ad altri esperti ed esperte, parlerò del mio lavoro come divulgatrice della sostenibilità e di come semplifico concetti complessi per renderli fruibili a tutti.
Parlerò del mio format più conosciuto: il Green Corner, video Instagram da 60 secondi per parlare di climate change, turismo sostenibile ed impatto sulle comunità locali. Al tavolo startup e CSR, invece, presenterò Faroo e il suo modello di business ad impatto positivo. Racconterò in che modo stiamo rivoluzionando il concetto di CSR in azienda proponendo ai dipendenti attività di team building ad impatto positivo in grado di formare, in modo coinvolgente, i partecipanti sui temi della sostenibilità e di supportare operatori turistici del territorio davvero impegnati a ridurre la loro impronta ambientale e a creare valore sociale sul territorio.
Parlerò dell’attestato di sostenibilità che rilasciamo alle aziende e del processo di certificazione che adottiamo per assicurarci di scegliere solo operatori di turismo davvero sostenibili ed impegnati. Quella sarà anche l’occasione per presentare alcuni casi studio e raccontare il reale impatto positivo generato dalle aziende che hanno già deciso di organizzare i loro retreat con noi. Ecco, in occasione di questo momento dedicato a Faroo racconterò proprio di quel circolo positivo in grado di portarci lontano di cui parlavo prima (Far+ Loop=Faroo).»
Quale consiglio ti senti di dare ai giovani che desiderano intraprendere una carriera nel turismo sostenibile e quali passi possono compiere per diventare loro stessi dei turisti responsabili?
«Il primo consiglio, anche abbastanza scontato, è di studiare molto ed approfondire i diversi aspetti della sostenibilità e dell’impatto ambientale e sociale del turismo. Poi, senza dubbio, consiglio di avvicinarsi a questo mondo facendo esperienze variegate e provando a guardare al turismo sotto diversi punti di vista. È importante conoscere l’intera filiera per poter agire su di essa riducendone gli impatti negativi e valorizzandone quelli positivi. Questo aiuta tanto anche nel processo di graduale riduzione del proprio impatto ambientale e sociale quando si viaggia.
In generale, per poter essere viaggiatori responsabili e sostenibili è necessario porsi delle domande. Per quanto possa sembrare banale è questo il punto di partenza di qualsiasi viaggio sostenibile. Quel tour operator ha assunto personale locale, lo sta pagando in maniera etica, sta supportando attività meno impattanti sul territorio, si sta operando correttamente nei confronti degli animali e dell’ambiente? Ecco, porsi domande come queste è essenziale per prendere consapevolezza ed agire. A tal proposito, consiglio di ridurre il quantitativo di oggetti di plastica utilizzati in viaggio, di supportare l’economia locale e di affidarvi sempre ad operatori locali sia per l’alloggio che per le attività turistiche prediligendo coloro che impiegano personale locale e che reinvestono in progetti di valorizzazione del territorio. Piccole attenzioni che, però, possono ridurre tantissimo il nostro impatto perché, come amo sempre dire, non possiamo evitare di lasciare impronte ma possiamo scegliere come farlo.»
Grazie Teresa!
Gloria Chiocci