Benedetta: “Assistente di produzione e tour manager tra passione dietro le quinte della musica”

Benedetta Baldelli ha 31 anni ed è originaria di Gubbio, nella provincia di Perugia. Dopo aver conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Perugia, ha proseguito il suo percorso formativo con un Master in Music Business alla Luiss Business School di Roma. Nel suo blog, Benedetta condividerà esperienze e riflessioni su comunicazione, musica e altri temi affini, invitando i lettori a seguirla in questo viaggio.

Benedetta il tuo ruolo di Assistente di Produzione e Tour Manager ti ha permesso di lavorare dietro le quinte di eventi e tour di grande successo. Cosa ti ha attratto inizialmente verso questo settore e come hai costruito la tua carriera in un mondo così dinamico e competitivo?

«La musica è da sempre stata la mia grande passione, da piccolina ho iniziato a suonare il piano e da più grande ho iniziato addirittura a cantare. Pensare di poter diventare una pop star mi ha affascinato per diversi anni, poi ho capito che tutto ciò che mi attraeva era la comprensione profonda dei meccanismi che stanno alla base della costruzione di una carriera musicale, dal percorso discografico alla fase live. La combinazione poi di curiosità, intraprendenza, know how acquisito sul campo e sui banchi universitari ha fatto sì che riuscissi a delineare la mia figura professionale e a specializzarmi in particolare sull’aspetto dei live musicali.»

Essere un Tour Manager richiede una combinazione unica di organizzazione, problem-solving e comunicazione. Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato durante un tour e come riesci a mantenere tutto sotto controllo, garantendo al contempo un’esperienza positiva per l’artista e il pubblico?

«Sicuramente gioca un ruolo fondamentale la predisposizione caratteriale: cinismo, pragmatismo e una buona dose di manie di controllo sono gli ingredienti vincenti per affrontare questo tipo di lavoro. La sfida più grande, come hai perfettamente centrato tu, è mantenere tutto sotto controllo riuscendo a garantire la buona riuscita dello show sotto ogni punto di vista, capirai bene quindi che il contesto è tendenzialmente ansioso, ad alto rischio di crolli emotivi. Il trucco che ho adottato io per mantenere quel minimo di salute mentale è ridimensionare il tutto e canalizzare l’ansia metodizzando il lavoro operativo e empatizzando il più possibile con le persone con cui lavoro. D’altronde stiamo lavorando a qualcosa che rende felici le persone, dobbiamo essere noi i primi a sorridere e a portare allegria.»

Molti giovani sognano di lavorare nel mondo della produzione e della gestione di eventi, ma non sanno da dove cominciare. Quali consigli daresti a chi desidera intraprendere una carriera nel tuo campo, e quali competenze ritieni siano essenziali per avere successo in questo settore?

«Hai colto un nodo centrale nella questione, purtroppo è un settore lavorativo che poco comunica verso l’esterno ma che, allo stesso tempo, è sempre alla ricerca di nuove figure. Anche io a mio tempo ho “scoperto” questo settore (parlo della produzione) andando a lavorare sul campo ma in altri ambiti (ho iniziato come ufficio stampa per dei piccoli festival musicali), e osservando quei meccanismi di cui ti parlavo prima, ho capito che la strada che volevo prendere era quella. Questo consiglierei a un giovane incosciente che vuole perseguire lo stesso sogno: coraggio, curiosità, intraprendenza e “faccia da bronzo” nel chiedere di poter partecipare a quante più cose possibile, anche a titolo volontario. Questo lavoro è osservazione, esperienza e quanta più presenza possibile.»

Grazie Benedetta! 

Gloria Chiocci