Nome e cognome: Francesco Rellini | Professione: Imprenditore
Francesco quando tutto è iniziato?
«Sono laureato in economia e management presso l’Università degli Studi di Perugia. Durante quel periodo iniziai a svolgere le prime esperienze all’estero e scrissi la tesi di laurea a Istanbul, durante l’Erasmus. Un anno dopo la laurea, mi sono trasferito a Bangkok in Thailandia, per lavorare come project manager presso la Camera di Commercio italo-thailandese. Terminata l’esperienza thailandese, nel 2014 mi sono trasferito nuovamente, ma questa volta a Los Angeles dove ho iniziato a specializzarmi e a lavorare nel settore della produzione cinematografica. Mentre mi trovavo a negli Stati Uniti, mandai la mia application per una call for ideas di quello che allora si chiamava “Telecom Working Capital ” e che poi è diventato TIM WCAP, il programma di accelerazione di idee d’impresa creato da Tim Ventures. Dopo qualche mese ricevetti la notizia che la mia idea era stata selezionata e iniziai a mettere insieme un team per realizzarla.»
Quindi sei tornato in Italia?
«Si, sono tornato in Italia alla fine del 2014 e dopo aver riunito un primo team iniziammo a sviluppare quella che divenne poi la prima versione dell’app di Scooterino: all’epoca si chiamava Byke ed era la prima app in Europa dedicata al ridesharing a due ruote – una sorta di piccolo Blablacar per scooter che serve per dare e ricevere passaggi veloci all’interno di città trafficate come Roma.
Abbiamo lanciato l’app nel 2015 insieme a dei soci americani, grazie al loro network abbiamo raccolto mezzo milione di euro, provenienti da business angels in co-investimento di Lazio Innova. Attualmente Scooterino è attiva su Roma, abbiamo anche delle piccole flotte in beta test su: Milano, Firenze e Genova.»
Come si fondono startup e promozione della cultura indipendente?
«La mia esperienza e il mio interesse personale è fortemente legata al mondo culturale e tra le mie passioni ci sono sempre state i libri, la produzione audiovisiva e fotografica. È proprio per questa ragione che nel corso degli anni non ho mai smesso di interessarmi di cultura e mercato culturale. Allo stesso tempo nutrivo dentro di me l’esigenza di tornare a dedicarmi a un’impresa culturale.
All’inizio del 2017 incontrai i soci di Hoppipolla: Paola Tartaglino, Nicola Minerva e Simona Basilavecchia. Avevano da poco iniziato a concepire l’idea di una scatola a sorpresa in abbonamento che contenesse progetti di cultura indipendente sempre diversi , con la missione di fungere da nuovo canale distributivo per sostenere i creativi indipendenti, designer e artigiani. Iniziammo fin da subito a lavorare, validare il concept e perfezionare il progetto, a metà 2017 Hoppipolla ha iniziato a crescere esponenzialmente.
Da gennaio 2018 siamo partiti anche con Oblò un magazine, realizzato insieme alla nostra nuova redazione che approfondisce la storia dei contenuti scelti all’interno di Hoppipolla.»
Cosa significa Hoppipolla?
«Hoppipolla è un termine intraducibile in italiano – è una parola islandese – che significa “saltare con gioia nelle pozzanghere” e si riferisce a un gioco molto comune in Islanda che suscita nei bambini gioia e meraviglia. Sono proprio queste le emozioni che vogliamo suscitare con il nostro prodotto: una scatola a sorpresa che ogni mese fa scoprire nuovi creativi in ambito di design, illustrazione, musica e tanto altro. La particolarità è che non si sa mai cosa conterrà ma sai che in qualche modo toccherà questi argomenti.»
Con quale missione nasce Hoppipolla?
«Hoppipolla nasce con la missione di sostenere tutti quei creativi indipendenti, le cui forme d’espressione nascono dal basso e non hanno una distribuzione strutturata. Per questa ragione desideriamo sostenerli attraverso la creazione di un nuovo canale di distribuzione, con lo scopo di mettere in comunicazione i creativi e il loro pubblico di riferimento.»
Idee per il futuro?
«Per il futuro abbiamo moltissime novità! Prima di tutte è che da questo autunno, siamo diventati casa editrice. Sul nostro piano editoriale 2019 ci sono pubblicazioni, suddivise in due collanecon un focus sull’illustrazione: graphic novel, libri illustrati e guide indipendenti. La prima guida indipendente sulla città di Matera è già uscita con la box di dicembre!»
Un consiglio che daresti ai giovani che desiderano diventare startupper?
«Guardate ogni giorno con curiosità la realtà che vi circonda, in modo da individuare quali sono i problemi da risolvere (in Italia ne abbiamo moltissimi) e vederli non come problemi ma come opportunità da cogliere da cui è possibile partire per sviluppare nuovi progetti e fare impresa.»
Grazie Francesco!
Gloria Chiocci