La chiave del successo? Cuore italiano e tecnica tedesca

Germania e emigrazione, sembra una storia d’attualità. dei nostri giorni ed invece no! Siamo nello scorso secolo una famiglia siciliana parte alla volta della Germania; a distanza di pochi decenni Natalino Labate (il figlio del capostipite) è diventato uno dei cento imprenditori innovativi più famosi di Germania, vincitore del prestigiosissimo premio Top 100 Innovator. Nella cornice di Umbria Jazz, in un caffè a pochi passi dal centro, ho avuto modo di conoscere la storia della famiglia e dell’azienda Labate&Co.

Natalino tutto è iniziato quando… I miei genitori sono emigrati dalla Sicilia, avevo tre anni, sono cresciuto in Germania, ma a casa parlavamo siciliano e ancora oggi quando parlo mi capita di pronunciare termini in siciliano. Inoltre da quattro anni ho aperto un’azienda anche in Calabria e così ho avuto l’occasione di ricominciare a parlare la mia lingua, perché l’italiano è la lingua del mio cuore. Sono tedesco in quello che faccio, quello sì, però sono italiano quando si parla di emozioni, di cuore, di affetto; questo per me è lo stile italiano. Il mix fra componente tedesca (nella tecnologia) e componente italiana (nello stile, design, saper vivere) è per me la combinazione vincente soprattutto in questo momento storico. Lo vedo nei miei figli che sono frutto della contaminazione di queste due culture, cresciuti in una mentalità aperta verso il prossimo e il mondo; gli ho insegnato ad amare ed apprezzare le cose belle e positive della vita e del mondo.

Lei si occupa di tessuti tecnici innovativi, come è nata la sua azienda? Ho studiato ingegneria tecnica in Germania, specializzandomi in attrezzature in plastica e metallo. Finiti gli studi ho iniziato a lavorare nell’azienda di mio suocero; da lì venticinque anni fa è nata la mia passione per il tessuto tecnico e quello che con esso si può realizzare. In quei anni eravamo una fabbrica che lavorava prevalentemente nel mondo del tessile dei tessuti da sole, poi negli anni ’90 è arrivata la stampa digitale, anche per grandi e grandissime superfici; in quel momento ho capito che era il momento giusto per investire e che quello è diventato il futuro. Ho subito brevettato diciassette prodotti, un numero notevole in quegli anni, soprattutto perché era un mercato che si stava appena affacciando, mi sono trovato lì ed ho deciso di provarci ed è andata bene, molto bene! Il suo punto di forza? Sono una persona molto tecnica, studio sempre assieme al mio team la soluzione migliore, ad oggi siamo in Germania ma lavoriamo in tutto il mondo – un mio cliente è ad esempio Microsoft in America.

La soddisfazione più grande che ha avuto? È quella di ricominciare da capo. Sei anni fa ho riposizionato l’azienda, studiando una nuova tecnologia per il tessile e una nuova forma di progettazione: nella nostra azienda non esistono più prodotti preconfezionati, ma ogni progetto è unico, ideato e creato su misura per ogni esigenza del committente. Il nostro è un business basato sulla fiducia sia in termini di qualità che di affidabilità. Supponiamo che venerdì ci sarà un’importante fiera e un nostro committente debba essere presente con il suo stand; il compito della nostra azienda è quello di garantire che tutto funzioni, non bene, ma alla perfezione.

Da chi è composto il suo team? È un team molto vario, per realizzare ogni progetto c’è bisogno di molte figure professionali; ingegneri, elettricisti, falegnami fino ad arrivare ai grafici. Anche per questo lo scorso mese ho ricevuto il premio “Top 100 innovator”, un premio molto prestigioso in Germania che premia le migliori cento aziende innovative del paese. Questo premio oltre a valorizzare l’innovazione dei prodotti e dei progetti realizzati, premia anche il modo di lavorare all’interno dell’azienda. Nel nostro interno non siamo organizzati in modo gerarchico, piramidale, ma il team è suddiviso per competenze. Chiunque può dire la sua e tutti insieme dopo un confronto scegliamo la più valida, che verrà successivamente realizzata.
L’unica parte che mi sono riservato è quella finanziaria per il resto si sceglie tutti assieme l’idea e il progetto migliore da realizzare.
Per far questo c’è bisogno di un confronto con il team costante; grazie alle nuove tecnologie possiamo creare e confrontarci anche a lunghe distanze, cosa che venticinque anni fa quando è nata l’azienda sarebbe stata praticamente impensabile.
Il team è internazionale, ad oggi parliamo dodici lingue, un bellissimo traguardo che ci permette di comunicare e lavorare con il mondo. L’ultimo progetto realizzato? È un progetto di cui vado molto fiero, è il rivestimento interno di una chiesa, interamente ricoperta di tessuto tecnico ignifugo, è un progetto realizzato con un team di architetti di vari paesi europei.

La crisi…
La differenza tra il pensiero tedesco ed italiano è che il tedesco quando è nel mezzo di una crisi non si mette a piangere, si rimbocca le maniche e studia, inventa, innova. Mentre la capacità d’ingegnarsi creativamente con quello che si ha è tutta italiana.
Quando arriva una crisi non dobbiamo mai aspettare qualcuno che ci aiuti, dobbiamo aprire gli occhi, andare fuori, conoscere e focalizzarci su di un obbiettivo e non lasciarlo fino alla sua realizzazione.

Un consiglio che si sente di dare ai giovani, che ora guardano alla Germania come un tempo si guardava all’America?
Siate sinceri con voi stessi e con quello che fate.
Ad esempio, quando studiate voi sapete esattamente quello che sapete e quello che non sapete; la stessa cosa vale nel mondo del lavoro: per lavorare nel modo migliore voi sapete cosa vi serve e magari non avete o non sapete; siate sinceri nell’ammetterlo solo così potrete lavorare al meglio, compensando le vostre mancanze. Se sei sincero con te stesso sai anche riconoscere quello che sai fare benissimo, bene e non sai fare. Non tutti sono in grado di saper fare le stesse cose, negli stessi tempi, ognuno è in grado di sviluppare competenze differenti, vanno solo riconosciute.

Domandatevi sempre “Dove sono le mie forze?” è in questa domanda che troverete l’energia per realizzare i vostri progetti.
Inoltre non ha importanza in che parte del mondo vi troviate, la differenza per distinguervi la fate voi stessi; un progetto ha bisogno di carattere, passione per essere vincente e solo voi stessi potete dargli quella carica in più, mettendoci voi stessi, chi siete e in cosa credete. Io sono stato il primo a mettere me stesso nei mie progetti, nonostante la mentalità forte e rigida tedesca con cui mi confrontavo quotidianamente. Teneteci alla vostra idea e se occorre resistete, perché la storia ci insegna che nessun grande uomo o donna, nessun grande progetto si sono realizzati in tre giorni e senza contrasti. Basta guardare al passato, tutte le grandi persone che nelle varie parti del mondo hanno avuto successo, sono sempre state sincere con se stesse credendo sempre nelle loro idee. Gli italiani sono stati e sono un esempio eccellente in questo. Va anche ricordato che l’Italia attualmente ha bellissimi esempi d’aziende che producono eccellenti prodotti che tutto il mondo gli riconosce per eleganza e l’innovazione.

L’ultimo consiglio che mi sento di dare ai ragazzi è quello di costruirsi dei valori e di non guardare solamente al guadagno o al prezzo, perché molte volte il valore che tu stesso trasmetti è esso stesso la garanzia per ciò che fai o che farai. Un ultima cosa, per lei cosa lega la Germania e l’Italia? Tra la Germania e l’Italia c’è da sempre un rapporto di odio/ amore, lo si può riscontrare anche nel calcio. Gli Italiani amano la precisione dei tedeschi e i tedeschi amano il gusto e lo stile italiano per questo motivo l’unione di queste due culture è un perfetto connubio lavorativo e non solo.

Gloria Chiocci