Se ti premiassero per tenere un corretto stile di vita? È questa l’idea di Andrea Severino, 29 anni, sardo. La sua è una bella storia di dedizione e impegno. Andrea è infatti il fondatore di Virtuoso, l’applicazione che premia con premi, voucher e sconti il corretto stile di vita dei suoi oltre 50.000 utilizzatori. Andiamo a conoscerlo meglio!
Andrea quando tutto è iniziato?
«A 19 anni, mosso dal desiderio di scoprire il mondo e di poter costruire attivamente il mio futuro, sono partito alla volta di Londra. Sono arrivato nella capitale britannica nel Settembre 2008 con l’obbiettivo di iscrivermi all’università, ma l’application per l’iscrizione non poteva essere effettuata prima del mese di Dicembre. Approfittai di quei quattro mesi per apprendere l’inglese e lavorare in un hotel a South Kensington.
Proprio in quei mesi Alessandro, un’amico diventato prima il mio capo e oggi uno dei miei primi investitori, mi offrì uno stage in Betclic. Entrai in questa società quando c’erano all’incirca 80 dipendenti, suddivisi in 12 paesi, era ancora una piccola startup.
Per mantenermi, dal lunedì al venerdì svolgevo li lo stage, mentre dal venerdì sera alla domenica lavoravo come barman in un famoso locale di Camden Town. Fu un’esperienza dura e faticosa ma formativa sotto molteplici punti. Da lì a poco Betclic ha avuto una grande crescita arrivando a contare nel giro di due anni all’incirca 1200 dipendenti. A soli venti anni mi ritrovai a gestire consistenti budget e coordinare persone molto più grandi di me.»
Quando sei tornato il Italia?
«Nel 2010 la società mi trasferì a Milano. In questo periodo ripresi a studiare. Mi iscrissi all’università, dalle 9.00 alle 18.00 lavoravo in ufficio e dopo il lavoro andavo a seguire il corso di Economia & Management all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Mi sono fermato a Milano fino al 2013, fino a quando all’età di 23 anni mi è stato proposto di tornare a Londra come General Manager di Antevenio, una piccola agenzia di digital marketing che stava lanciando la sua sede nel mercato UK. Mi sono fermato li per altri due anni, fu un’esperienza molto formativa perché manageriale e che mi permise di vedere il mondo del lavoro da un altro punto di vista.
Nel 2015 una piccola società di assicurazioni mi propose di tornare nuovamente in Italia per lanciare DOC24, un innovativo servizio che permetteva di videochiamare i medici 24 ore su 24 e monitorare i parametri vitali. Sia dal lavoro che dai miei manager ebbi la fortuna di imparare tanto. Sempre per conto di quest’assicurazione ho avuto la fortuna di seguire in prima persona anche il lancio di OneTouch24, uno dei pochissimi progetti di Johnson & Johnson ad essere pensato e sviluppato completamente da una branch locale e non dalla casa madre negli Stati Uniti.
Fu un progetto molto complesso con oltre tre anni di studi e approvazioni provenienti da tutto il mondo e per me un’esperienza davvero formativa ed importante.»
Quando hai capito che era il momento di creare la tua start-up?
«Terminato questo percorso mi resi conto che nel mercato della salute c’era una grossa opportunità legata alla prevenzione. Ci sono numerose ricerche che dimostrano come uno stile di vita salutare: muoversi, camminare, dormire bene, mangiare correttamente e effettuare un check up della salute, possa abbattere fino all’80% il rischio di sviluppare numerose condizioni come l’obesità, l’ipertensione e il diabete.
Oggi circa il 43% della popolazione soffre di malattie croniche, e partendo da questi dati iniziai a interrogarmi:” Se insegnassi alle persone ad avere uno stile di vita salutare?” E così dopo circa 10 anni di lavoro nel mondo delle aziende capii che forse era arrivato il momento di provare costruire costruire la mia startup.»
Qual’è stato il primo step?
«Per puro caso, una sera dopo una partita a calcetto mi sono messo a parlare con il mio amico Nicola Tardelli – figlio dell’omonimo campione di calcio – della possibilità di pagare le persone per avere uno stile di vita salutare. A Nicola piacque molto l’idea e iniziammo fin da subito a parlarne con sportivi e imprenditori, raccogliemmo così feedback, impressioni, critiche e consigli.
In maniera informale facemmo la prima presentazione nell’Aprile del 2017, mentre costituimmo ufficialmente la società nel Luglio dello stesso anno raccogliendo approvazioni da parte di diversi imprenditori per la nostra idea fino a €200.000. Erano tutte persone facoltose o ognuna di queste desiderava mettere del suo all’interno del progetto.
Abbiamo messo in gioco una rete di amici e conoscenti come Alessandro Onano oggi CMO di Moneyfarm, Edmondo Porcu CTO di Credimi (prima IT Director di Goldman Sachs), Filippo Masci, Lorenzo Asuni, Stefano Rovelli e diverse altre persone, creando così un team verticale di investitori, che non solo ci ha finanziato, ma ci ha anche aiutato attraverso il proprio network e le proprie competenze: uno era bravo nelle public relation, uno nel design e uno nello sviluppo, uno nel marketing e così via. In questo modo abbiamo raccolto i primi €150.000 e nel gennaio 2018 dopo diversi mesi di studio e ricerca abbiamo iniziato con lo sviluppo dell’applicazione.»
Come descriveresti Virtuoso?
«Virtuoso è un progetto che incentiva, remunera e premia le persone che hanno uno stile di vita salutare. Non si basa solamente sulla tecnologia ma si prevalentemente sulla psicologia, questo perché con i primi investimenti raccolti abbiamo deciso di finanziare una borsa di studio al dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Con un team di quattro psicologi coadiuvati dal Prof. Castelnuovo, abbiamo studiato i potenziali utilizzatori, chiedendoci: “Dove li avremmo trovati, come li avremmo portati all’interno dell’app e come saremmo riusciti a far diventare i loro comportamenti sempre più virtuosi.
Siamo partiti dai pilastri della psicologia:
- Consapevolezza: aiutiamo l’utente ad avere consapevolezza del suo stile di vita.
- Vanità: a chi non piace vantarsi dei propri traguardi?
- Approvazione sociale: abbiamo creato delle divertenti sfide dove amici o colleghi possono gareggiare a chi farà più passi o più ore di sport.
- Gamification: lo stile di vita salutare diventa una gara ad obiettivi.
- Rewarding: premiamo le persone per ogni traguardo raggiunto, sia esso piccolo o grande.»
Quanti utilizzatori ha oggi Virtuoso?
«Nel maggio del 2018 pochi giorni dopo il suo lancio Virtuoso aveva raggiunto oltre 5.000 utilizzatori, il tam tam generato tra i primi utenti rappresentò un ruolo chiave . Fino al dicembre dello stesso anno abbiamo esclusivamente lavorato sul prodotto, ascoltato i feedback degli utenti e continuato a migliorare la nostra applicazione con oltre 90 nuovi rilasci dell’app. Oggi gli utilizzatori di Virtuoso sono aumentati di quasi 10 volte, raggiungendo gli oltre 50.000 utilizzatori!
La cosa bella è che per raggiungere questi numeri non abbiamo investito neanche € 4.000. Durante questi mesi sono state tante anche le multinazionali di diversi settori che ci hanno contattato perchè interessate a sviluppare delle collaborazioni con il nostro servizio, alcune si sono mostrate anche interessate ad investirci.
Quello che abbiamo costruito oggi rappresenta solo il primo milestone. Il nostro obiettivo è quello di creare uno strumento di prevenzione a 360° integrato sia con il Servizio Sanitario Nazionale, che con tutti gli altri attori della salute possibilmente coinvolti (palestre, specialisti, cliniche e centri di ricerca.»
Come volete raggiungere questo obbiettivo?
«Credo che la risposta migliore sia “Con le evidenze e con i fatti!”, stiamo parlando con delle realtà pubbliche per capire insieme oggettivamente come gli stili di vita possano incidere positivamente nella vita quotidiana delle persone, sia sane che malate. Il nostro obbiettivo è quello di sviluppare degli algoritmi predittivi che consentano di anticipare il rischio di sviluppare criticità e acutizzazioni nelle più comuni patologie, consentendo così una miglior qualità della vita ed un importante risparmio sia per le persone, che per le casse dello stato.»
Prossimi mercati?
«Da prima abbiamo lanciato Virtuoso in Italia, un mercato difficile specialmente per la tanta burocrazia. Ora grazie a diversi nuovi investitori stiamo raccogliendo circa €1.000.000 con l’obiettivo di poter replicare lo stesso efficace modello di prevenzione anche all’estero.
Mentre in Italia l’adozione delle tecnologie in sanità è ancora molto basso, pensiamo cosa potrebbe succedere portando Virtuoso in posti come il Regno Unito, gli Stati Uniti o l’Asia.
Healthy Virtuoso un progetto ambizioso, non vogliamo creare una semplice applicazione, ma un vero e proprio ecosistema in grado di dimostrare dati alla mano i benefici della prevenzione primaria e secondaria. Ci siamo dati degli step graduali, stanno funzionano bene e adesso piano piano cercheremo di poter alzare sempre l’asticella.»
Dov’è la vostra sede?
«La nostra sede principale è in Sardegna, anche se in realtà passiamo la maggior parte del nostro tempo tra Roma e Milano. Quasi 10 anni fa siamo andati fuori, abbiamo imparato tanto e ora crediamo che sia giusto riportare qualcosa a casa!»
Come ti sei convinto che questo era il tuo business?
«È un aneddoto simpatico da raccontare. Un giorno c’era qui a Milano in visita mio papà. Tornato a casa dal lavoro mi disse: “Andrea sai oggi ho camminato tantissimo.” Io incredulo presi in mano il suo smartphone e guardai il conta passi, aveva camminato per ben 13km! Appena finì di complimentarmi con lui prese in mano lo smartphone e iniziò a chiamare tutti vantandosi del suo traguardo. Il giorno seguente tornò a casa tutto soddisfatto perché aveva camminato 14km e così continuò nei giorni successivi. Mio padre era diventato consapevole di ciò che poteva raggiungere – senza troppo sforzo – e ogni giorno si sentiva incentivato a portare a casa un obiettivo più grande. Lì capì che quella sarebbe stato un business di successo!»
Come un’azienda può utilizzare Virtuoso?
«Le opportunità di collaborazione sono davvero tante, dai challenge della salute per i dipendenti, alla possibilità di sponsorizzare la propria azienda su un target di persone sportive e attente alla salute. Stiamo costruendo diversi business model anche per quanto riguarda il mondo medico, clinico e assicurativo.
Un altro esempio, è stato dato dal Centro Medico Mulini in Sardegna, che ha lanciato una competizione della salute rivolta ai pazienti, regalando visite gratuite e/o scontate chi dimostrasse di mantenere uno stile di vita salutare. C’è stato un grosso fermento per questa iniziativa.»
Un invito che desideri dare ai tuoi coetanei che desiderano lanciare una startup?
«L’invito è sicuramente quello di prepararsi a capire il mercato di riferimento che si vuole affrontare, compresi i suoi rischi e le sue opportunità; la parte più importante sarà sempre “iniziare”, senza il primo mattone non si potrà mai costruire nessun castello. L’entusiasmo e la consapevolezza non dovranno mai mancare. Inoltre consiglio a tutti di fare sistema, collaborare il più possibile con le altre startup.»
Grazie Andrea!
Gloria Chiocci