Jessica Abbuonandi racconta Wise Mind Place, lo spazio per tutelar idee e progetti innovativi

Jessica Abbuonandi, 32 anni bolognese. Dietro alla sua storia e al progetto Wise Mind Place c’è tanto passato che l’ha aiutata a costruire il suo futuro. Nipote di un inventore e appassionata di diritto industriale, Jessica oggi mette a disposizione di  giovani innovatori uno spazio online sicuro per sviluppare e tutelare i propri progetti. Andiamo a conoscerla meglio!

Jessica raccontami da dove tutto è partito! 

«Sono nata a Bologna in Emilia Romagna, una terra vivace e molto fertile sia in termini di scienza che di arte. L’unione di più culture e di più saperi qui è la regola. Sono stata fortunata poi perché i miei genitori mi hanno concepita curiosa e hanno saputo crescermi alimentando la curiosità sempre con nuovi stimoli. La naturale propensione ad interessarmi a più cose ha fatto sì che anche i miei studi assomiglino a un dipinto di Jackson Pollock, infatti ho intrapreso prima un percorso artistico e poi più tecnico fino ad appassionarmi allo sviluppo di nuovi prodotti e alla giurisprudenza in tal senso, innamorandomi stranamente del diritto industriale

Provieni da una famiglia di inventori, cosa significa o ha significato per te?

«Tutto. Io di mentalità quadrata, in una famiglia per metà con grande spinta artistica e artigiana e per metà dalla vena imprenditoriale, ho tratto insegnamenti e ispirazione per tutto ciò che ho fatto nella vita. Mi hanno regalato una mentalità e una visione libera e aperta al nuovo, all’imprevisto, talvolta all’impossibile, che alla fine non lo è mai. Mi hanno fatto capire ciò che conta nella vita e nel lavoro: essere affidabili, potersi riconoscere in ciò che si fa e lavorare sodo per raggiungere gli obiettivi, usando tutti gli strumenti che ogni essere umano ha a disposizione, primo fra tutti l’immaginazione

Quanto questo ha inciso nell’ideazione del tuo progetto?

«Anche in questo caso, tutto. Quando ho immaginato Wise Mind Place, il mio “spazio per le menti sagge”, io e la mia famiglia stavamo attraversando un momento molto difficile. Così, mentre io cercavo di superarlo buttandomi sul teatro, mia madre provava a dare spazio ai suoi molti talenti: dipingeva, scriveva e riprendendo in mano una vena di famiglia, inventava. In quel periodo lei, seguendo un’attitudine di famiglia – mio nonno fu tra i primi ad adottare la modalità di commercio di import-export con i paesi asiatici negli anni ’60 commissionando, tra le altre cose, la produzione di oggetti innovativi – inventò una quantità di cose impressionante, assecondando uno spirito di osservazione molto sviluppato. Durante quel periodo mi fu subito evidente che qualcosa nel processo di sviluppo non andava: il rapporto tra i creativi e le aziende non sempre era tutelato e spesso il progetto non era protetto nella sua fase iniziale, quando per ricevere consigli era necessario parlare con diverse persone molte delle quali, purtroppo, non erano in buona fede. Nasce così l’idea di Wise Mind Place, come soluzione a una mancanza del sistema.»

Per Jessica chi è l’inventore oggi?

«Oggi, come in passato, e come credo sarà sempre, un inventore è una persona che sa raccontare ciò che ha immaginato, partendo dalla concretezza della realtà e facendo un lavoro di astrazione per costruire una nuova realtà.»

Wise Mind Place come aiuta questi giovani innovatori e tutelare la propria idea?

«Li tutela, li guida e li ascolta, senza pregiudizi e con l’unico scopo di aiutarli a raggiungere il proprio sogno: veder realizzato l’oggetto frutto della loro immaginazione. Attraverso Wise Mind Place mettiamo a disposizione dell’inventore uno spazio sicuro per sviluppare i propri progetti anche grazie a degli strumenti creati ad hoc per questo e un team di consulenti con competenze diverse che possano supportarli.»

Perché oggi è così importante tutelare un’idea o un progetto e qual’è il migliore modo per farlo?

«Per dare la vita ad una nuova impresa, contenitore di un nuovo prodotto o di un nuovo processo, bisogna innanzitutto creare le fondamenta. Nell’impresa, le fondamenta, sono costituite dalla proprietà intellettuale e industriale. Proviamo a immaginare una casa: senza le sue fondamenta crollerebbe. Allo stesso modo non è sostenibile un’impresa che non poggia le sue basi, frutto di lavoro e di studio, su un adeguato asset di tutela.»

Un consiglio che ti senti di dare ai giovani che hanno un’idea e desiderano tutelarla e coltivarla?

«Allenatevi prima di iniziare, cercate di conoscere il più possibile il mercato nel quale volete inserirvi, focalizzate bene il vostro progetto chiarendo, prima di tutto a voi stessi, quale sia il cambiamento che volete proporre. Affidatevi a persone qualificate e oneste per ricevere consigli e consulenze. Dopodiché iniziate, fate il primo passo, con la consapevolezza che quella che state iniziando a percorrere è una maratona. Siate aperti a cambiare percorso, perché non sempre le cose vanno come le abbiamo immaginate, ma possiamo usare l’immaginazione per trovare nuove strade che ci conducano all’arrivo. Si può anche ammettere di aver preso inizialmente quella sbagliata e poi raddrizzare il tiro, non è una sconfitta è un prezioso insegnamento. Unico divieto: abbandonare la corsa.»

Grazie Jessica!

Gloria Chiocci