Jessica e Stefano raccontano com’è nato a Milano un piccolo, grande progetto di PR

Siamo arrivati all’ultima storia dell’anno… È stato un’anno insolito senza dubbio ma allo stesso tempo mi ha lasciato tanto e mi ha permesso di raccontare tante piccole grandi storie di giovani innovatori under 35. 

Quella che vi racconto oggi per concludere l’anno in bellezza è la storia di Jessica Malfatto  e Stefano Tagliabue,  31 anni di Milano. Una coppia di vita, lavoro, sogni e progetti. Quattro anni fa si sono imbarcati in un’avventura ambiziosa, coraggiosa e a tratti un po’ folle! A pochi anni di distanza Digital PR Pro il loro piccolo, grande progetto è diventato una realtà! Andiamo a conoscerli insieme! 

Stefano com’è iniziato tutto?

«Abbiamo iniziato con due attività completamente separate, io provengo da un background informatico. Nel 2015, ad esempio, avevo creato un sistema operativo per bambini dai 3 ai 10 anni e ho portato avanti quel progetto che poteva avere ottime possibilità di sviluppo per un anno. Arrivato al punto di svolta dove dovevo scegliere se creare un’azienda che lavorasse solo per quel prodotto, dopo diversi mesi e varie notti insonni, ho deciso che quella non era la mia strada. All’epoca avevo 26 anni, non ero in grado di imbarcarmi in un progetto così grande e sentivo che non era quello che volevo fare, non mi divertiva così tanto.»

Jessica tu invece in quel periodo di cosa ti occupavi?

«Ho sempre portato avanti le PR come freelance dal 2013 e aiutavo Stefano nel suo progetto solo nella parte di comunicazione. Per quel progetto avevamo ricevuto proposte di investimenti importanti, ma a 26 anni non avevamo il coraggio di intraprendere un percorso che era più grande di noi e l’unica cosa che avevamo gestito a livello professionale fino a quel momento era la nostra p.iva. Oltre alla paura, dentro c’era qualcosa che ci bloccava e lo sentivamo.»

Quando avete iniziato a lavorare insieme al vostro progetto?

«Subito dopo aver tirato il freno a mano! Nel 2016 abbiamo unito le forze aprendo la nostra prima ditta individuale dove io gestivo la parte operativa di PR e Stefano quella economica/gestionale. All’inizio eravamo solo noi con alcuni collaboratori esterni fino a quando nel 2019 abbiamo allargato la squadra e aperto l’S.r.l.: ora nella nostra agenzia di PR siamo in 10 persone full time, di cui due soci e 8 collaboratori (7 persone assunte a tempo indeterminato).»

Come siete riusciti a fare questi numeri in così poco tempo? 

«Con il passaparola di clienti che si trovano bene, ma anche attraverso i contenuti (guide, video, articoli) e i risultati che mostriamo nei nostri canali. 

Secondo me la cosa che sta facendo la differenza nel nostro piccolo è la voglia di mettere le persone al centro. Per noi non è retorica. Investiamo tanto a partire dai contratti, che sono tutti a tempo indeterminato, diamo la possibilità di fare smart working totale e di lavorare da dove si desidera ma lasciando anche la possibilità di avere l’ufficio sempre a disposizione. Investiamo tanto anche nel clima e nell’armonia all’interno dell’azienda, organizzando weekend di team building (vere e proprie vacanze) e momenti di formazione, in cui ogni persona racconta come ha ottenuto un successo in quella settimana. In questo ultimo anno abbiamo anche introdotto dei processi di gamification, creando due squadre all’interno che si sfidano cercando di ottenere il massimo dei punti e vincere dei piccoli premi.»

Come state sostenendo i progetti di volontariato lavorando pro-bono? 

«Abbiamo scelto tre associazioni senza scopo di lucro con cui la nostra agenzia lavora come ufficio stampa pro-bono e tutta l’attività viene svolta nell’orario di lavoro. Questo progetto per noi è molto importante perché dimostriamo concretamente di andare oltre il semplice fatturato, investendo parte del nostro tempo lavorativo in progetti in cui tutti noi internamente crediamo.»

Una domanda facile ma non scontata! Cosa sono le PR? 

«Sono tutte quelle attività che fungono da ponte tra un’azienda, progetto o imprenditore e i media, per migliorare il posizionamento, l’autorevolezza e la reputazione di un brand. Comprendono varie attività: dalla strategia alla realizzazione dei comunicati stampa, dal contatto con i giornalisti al coinvolgimento di persone all’interno dei convegni o conferenze e così via.»

E quando è opportuno applicare le PR alla propria azienda o startup? 

«Sono sempre essenziali quando hai un progetto, evento, un’iniziativa che è già stato validato che ha avuto già i primi riscontri e ha già un primo pubblico. Quello che consigliamo sempre è di non utilizzare le PR per la versione beta di un progetto perché potrebbero non portare gli effetti desiderati. I media non sono al servizio delle aziende, ma sono le imprese che devono mettersi al servizio dei media, come fornitori di informazioni: è sempre importante ricordarlo.»

Un consiglio ai giovani che studiano comunicazione e desiderano avvicinarsi al mondo delle PR? 

«Durante l’università non limitatevi a studiare! Mentre studiate portate avanti un vostro progetto personale che sia un blog, un canale YouTube, una pagina Instagram tematica. Iniziate a fare, fare, fare, a mettere le mani in pasta perché questo vi permetterà di acquisire competenze e crearti un piccolo network personale che sicuramente vi aiuterà in seguito. 

Questo vi aiuterà anche a vedere il mondo del lavoro da vicino e non rimanere immersi solo nello studio anche perché molto spesso i docenti non svolgono attività professionali all’esterno e il punto che vi riportano in aula è solamente accademico e distante dal mondo del lavoro oggi. Meglio un voto in meno, ma un’esperienza in più!»

Grazie Jessica e Stefano!

Gloria Chiocci