Giuseppe Cannavale e Osvaldo De Falco sono nati lo stesso giorno, dello stesso mese di 34 anni fa, caso o destino? Sappiamo però che insieme hanno creato Biorfarm la più grande azienda agricola digital d’Italia, riuscendo a connettere piccoli produttori con consumatori attenti alla sostenibilità. Oggi vi porto a conoscerli meglio!
Qual è stata la scintilla che ha fatto nascere il vostro progetto?
«Biorfarm è nata in Calabria con l’obiettivo di aiutare l’attività agricola di mio padre – agricoltore di agrumi e olive Bio – e tanti altri piccoli produttori che come lui si trovavano in difficoltà nell’essere economicamente sostenibili a causa della filiera agro-alimentare iniqua. Abbiamo iniziato cercando di capire come potevamo dare una mano concreta all’azienda di famiglia e dall’altro soddisfare le esigenze dei nostri amici che desideravano portare in tavola un prodotto sempre fresco e di cui conoscevano l’origine e il produttore.
Siamo riusciti a unire questi due grandi aspetti grazie all’adozione – non è un sistema che abbiamo inventato noi – ma lo abbiamo digitalizzato riuscendo ad aggregare produttori e consumatori con il desiderio e l’obiettivo di creare la più grande azienda agricola condivisa del mondo.
La nostra idea si concretizza in una piattaforma dove chi produce cibo in modo sostenibile può condividere con i propri clienti-utenti la storia di quel prodotto che da lì a poche ore arriverà nelle loro case, generando così un impatto positivo in termini sociali e economici sui vari territori.»
Per digitalizzazione il vostro prodotto avete utilizzato Facebook Business ma come siete riusciti a integrare questi due mondi?
«Uno dei nostri primi obiettivi è stato sempre quello di trasmettere, condividere e creare una community attorno al nostro prodotto. Farlo attraverso una piattaforma gratuita che negli anni ci ha permesso di creare un anello tra i nostri agricoltori e clienti in modo semplice ha significato moltissimo per noi anche in termini di crescita.
Un semplice esempio è quando i nostri primi utenti ricevevano da qualche amico in regalo un albero, la prima cosa che facevano era quella di condividerlo e raccontarlo su Facebook e Instagram così la nostra rete si è allargata, in tanti hanno iniziato a conoscere noi, il nostro prodotto e i nostri servizi. Se Biorfarm oggi esiste è perché ci sono decine di migliaia di persone che hanno scelto di fare rete, condividere e sostenerci durante la nostra prima campagna di crowdfunding del 2018. E speriamo sia così nella seconda che lanceremo intorno al 20 di questo mese.
Ci piace sempre ricordare che la fiducia in termini sociali è alla base di qualsiasi transazione, per questa ragione la dinamica social aiuta, se pur virtualmente a instaurare un rapporto, per questo motivo si parla sempre di più di social-commerce.»
Oggi tanti ragazzi desiderano fondare un loro progetto green e eco-sostenibile, partendo dalla vostra esperienza quale consiglio vi sentite di dare?
«Da soli non si fa nulla! È necessario che un gruppo sostenga il progetto e la missione perché chi pensa che da solo può fare tutto in realtà non sta facendo nulla. Il secondo consiglio è quello di essere resilienti e non avvilirsi mai, per noi sono state le chiavi. In questi anni abbiamo vissuto momenti tristi dove le adozioni non erano 20.000 ma 2 e siamo arrivati a un punto dove ci svegliamo la mattina e ci chiedevamo chi ce l’avesse fatto fare. Giuseppe ripete sempre: “Fino a che non ti guardi allo specchio e ti dici io ce l’ho messa tutta devi continuare!”
Altro aspetto da non tralasciare mai è il metodo, noi abbiamo seguito vari percorsi di accelerazione che ci hanno consentito di passare dall’idea al mercato. Ultimo consiglio ma non banale, se sentite che questo progetto è la vostra missione partite e dopo di che apprendere a leggere i dati in funzione di miglioramento del servizio, sempre con la consapevolezza che il vero founder dell’azienda non è il CEO ma l’utente e nella maggior parte dei casi non saprà dirti nemmeno lui cosa vuole perciò tu dovrai diventare bravo a interpretare i suoi bisogni e portarli e concretizzarli.
Oggi c’è un grande interesse per la sostenibilità anche se è un filo sottile su cui camminare, noi su questo aspetto siamo in continua fase di miglioramento, dai packaging alla distribuzione. Se desiderate lanciare un progetto sostenibile ricordatevi che voi dovete essere i primi a credere nei reali benefici che il green porta al nostro pianeta. Allo stesso tempo siamo certi che più aziende nascono e crescono con questo scopo e maggiormente il modello di cui siamo promotori crescerà e si diffonderà.»
Grazie Osvaldo e Giuseppe!
Gloria Chiocci