Daniela Cedele e Luca Stefano Sartori, 31 e 32 anni di Milano, (conosciuti dai più come Nerdthetravel) due anni fa si sono resi conto che stare otto ore al giorno chiusi in un ufficio a lavorare non faceva per loro. Occupandosi entrambi di digitale, recarsi in un luogo fisico o in un orario prestabilito non era necessario per svolgere la loro professione, così decisero di partire. In due anni hanno visitato e vissuto in quindici paesi diversi e da qualche mese stanno continuando la loro esperienza di lavoro-vita a bordo di un van che hanno camperizzato durante il lockdown. Andiamo a conoscerli!
Daniela e Luca com’è nata l’idea di diventare nomadi digitali e come siete riusciti a concretizzarla?
«Tutto è iniziato nel 2018 quando non sapevamo ancora nemmeno cosa fossero i nomadi digitali. Ci trovavamo in California per quella che doveva essere una vacanza on the road in Mustang, che si è trasformata però in una vacanza-lavoro, dove tra una tappa e l’altra ci trovavamo continuamente a lavorare con i nostri laptop a bordo strada. Da lì l’idea di lavorare e viaggiare tutto l’anno.
Fantasticando su come concretizzare questa idea, ci tornò in mente un TED che avevamo visto qualche mese prima e che raccontava la storia di due creativi che ogni 5 anni di lavoro si concedevano un anno sabbatico per viaggiare in giro per il mondo. Questa soluzione non era adatta alla nostra situazione lavorativa, ma ci diede la spinta per rivedere le nostre necessità. Siamo in una fase della vita in cui abbiamo energie e sufficiente potenziale economico per poter unire lavoro e scoperta del mondo. Non volevamo aspettare la pensione per vivere!
Tornati a Milano dal viaggio in California super ispirati, ci siamo dati sei mesi di tempo per organizzare tutto, mettere in affitto casa e avvertire i nostri clienti (o meglio, far loro accettare la cosa!). Per noi era più di una decisione, era la nostra scelta di vita futura.»
Quando è partita l’avventura?
«Siamo partiti il 4 gennaio 2019 con un biglietto solo andata per Bangkok. All’inizio, non sapendo bene come muoverci in questa nuova routine, pensavamo che affittare una casa in ogni nazione per un mese intero fosse la scelta migliore, ma presto ci rendemmo conto di quanto questa modalità fosse vincolante. Dopo un paio di mesi cambiammo quindi modo di viaggiare, preferendo gli ostelli agli hotel o agli appartamenti. Stare in mezzo alle persone infatti ci dava grande carica e ci aiutava a lavorare meglio. Ovviamente lavorare in ostelli o in luoghi affollati non è proprio facile, devi proprio amare il tuo lavoro per restare concentrato mentre tutti intorno a te si divertono. Ci vuole un po’ di allenamento, perseveranza e amore per ciò che si fa. Ma il bello di questo stile di vita è che durante il tuo tempo libero sei sempre in vacanza. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese sei in un posto diverso a scoprire cose diverse, e questo è impagabile per noi.»
Il Covid-19 non vi ha fermato, dopo aver sistemato un vecchio van siete ripartiti alla volta del Sud della Spagna?
«Esattamente! Con l’arrivo del Covid-19 lo scorso anno siamo dovuti rientrare in Italia (in modo per niente semplice e tanto meno economico), ma più passavano i giorni e più ci rendevamo conto di come questa non fosse più la nostra vita: il traffico della città, il vivere in spazi piccoli e stare otto ore davanti al pc sempre nello stesso posto, con la stessa visuale. Ci serviva un modo più sicuro di viaggiare e acquistare un vecchio van per trasformarlo nella nostra casa-ufficio mobile ci è sembrata la soluzione perfetta! Grazie a centinaia di video su YouTube siamo riusciti in circa 6 mesi a camperizzarlo secondo le nostre esigenze (ergo tanta elettricità per i nostri laptop e una WiFi potentissima!). Prima di “trasferirci” definitivamente su Spugna (il nome che abbiamo dato al nostro van) abbiamo provato a viverci qualche settimana in Italia. Ci siamo innamorati subito della van life e a inizio Febbraio siamo partiti per la prima tappa del nostro nuovo viaggio: il sud della Spagna.»
Qual è il consiglio che dareste a tutti coloro che desiderano diventare nomadi digitali?
«Quando fai una scelta del genere, l’entusiasmo è a mille e trattenersi da comprare il biglietto e mollare tutto non è facile, ma fate prima un test e non partite subito a mille come abbiamo fatto noi! Può andare bene, come è successo a noi, ma è un cambio radicale di vita e tornare indietro quando hai mollato tutto non è semplicissimo.
Creati un modo tuo di vivere da nomade digitale perché non esistono vere best practices o un elenco puntato da seguire, l’importante è amare quel che si fa e riuscire a fare coesistere viaggio e lavoro. La nostra formula, ad esempio, è essere dei viaggiatori zaino in spalla che cercano di vivere il più possibile la vita dei locali e si fermano sempre almeno un mese nella stessa nazione, e dando carburante al viaggio lavorando possiamo sostanzialmente farlo all’infinito senza mai realmente toccare i nostri risparmi, ma questa è la nostra filosofia e non per forza ideale per tutti. L’importante è trovare la propria!»
Grazie Daniela e Luca!
Gloria Chiocci