È epoca di viaggi e di vacanze, la storia che vi racconto oggi parla proprio di questo! Erika De Santi, classe 1988 originaria della provincia di Verona è infatti la co-founder di WeRoad la scale up italiana dei viaggi che grazie al suo modo di comunicare, al marketing innovativo, al business model basato sulle community e alla capacità di reinventarsi in tempo zero ha superato la crisi legata al Covid ed è riuscita a crescere e internazionalizzarsi, aprendo anche in Spagna e Gran Bretagna. Conosciamo Erika insieme!
Erika il tuo è uno di quei lavori da sogno ma com’è iniziata la tua esperienza nel mondo del travel?
«Da sempre lavoro nel mondo dei viaggi, passione che unita a quella delle lingue ha creato il contesto perfetto per il mio lavoro. Ricordo bene il primo giorno di stage in agenzia viaggi alle superiori è stato quello il momento in cui ho capito che era quello che desideravo fare nella mia vita. Dopo l’MSc Tourism Marketing a University of Surrey, ho iniziato a lavorare nel mondo del turismo e nel 2017 incontro Paolo De Nadai e Fabio Bin, e diamo vita a WeRoad. E realizzo così il mio ikigai. In Italia c’era l’esigenza di riportare un modello di viaggi esperienziali di gruppo per Millennials (25/35 – 35/45 anni). A livello internazionale già qualcosa era presente, con un modello un po’ diverso e poco finalizzato alla creazione di una vera e propria community di viaggiatori che metteva al centro l’esperienza e la condivisione. Quello che mancava di più nel mondo del travel era proprio l’autenticità, la flessibilità, le relazioni oltre alla digitalizzazione e alla crescita di una vera e propria community internazionale.
Volevamo creare un prodotto che fosse verticale per i Millennials e anche lato comunicazione ovviamente ci siamo avvicinati al target parlando il loro linguaggio, sia online che offline. Ricordo la nostra prima campagna di Out Of Home a Milano: la foto (rigorosamente UGC) che ritraeva una ragazza che si stava facendo un selfie con un gruppo di amici, sacca WeRoad in spalla e un fiume marrone alle spalle. Un tipo di immagine insolita rispetto le classiche foto dei tour operator con mare cristallino e spiaggia da sogno.»
Sempre più giovani scelgono di viaggiare da soli perché?
«Rispetto agli altri paesi la nostra cultura italiana aveva una percentuale minore di viaggiatori solitari, trend che però negli ultimi anni è cambiato e devo ammetterlo anche grazie a WeRoad. Il concetto è che quando hai trent’anni, vuoi provare esperienze nuove, i giorni di ferie o il mood di viaggio non combaciano con quelle del tuo gruppo di amici è difficile organizzarsi. Uno dei nostri claim recita proprio “prepara lo zaino, gli amici il portiamo noi”, proprio a dire “non preoccuparti esci sereno dalla tua comfort zone e vivi a pieno questa esperienza. Uscire dai “propri confini” e vivere un’esperienza nuova proprio con chi non conosci è la parte bella e entusiasmante dei nostri viaggi.
Un Millennial ha poi l’esigenza di co-creare il viaggio, per questo altra caratteristica fondamentale è la flessibilità e la possibilità di contare su un Coordinatore di viaggio che gestisce e che soprattutto crea le condizioni perché il WeRoad sia davvero un’esperienza unica e irripetibile.
Personalmente più WeRoad cresce e più ne sento la responsabilità perché stiamo formando i viaggiatori di domani e creiamo connessioni fortissime tra le persone, ancora più importante in questo momento storico.»
Perché che non è mai uscito dalla “comfort zone” dovrebbe buttarsi in un viaggio così?
«Perché è bellissimo partire senza nessun tipo di pregiudizio, ed essere completamente libero nei confronti delle persone. Nella vita di tutti i giorni facciamo fatica a conoscere nuove persone, mentre condividere le emozioni di un WeRoad permette di creare legami forti e duraturi nel tempo.
In questi quattro anni di WeRoad tanti viaggiatori hanno trovato il socio per la loro startup, il compagno o la compagna, un nuovo network e tante nuove amicizie.»
Grazie Erika!
Gloria Chiocci