Chiara Guidoni: “Indigo è un luogo in cui gli artisti e i visitatori possano sedersi e parlare di arte e cultura”

Come ultimo pezzo prima dell’estate vi porto nel centro dell’Italia precisamente a Perugia dove Chiara Guidoni, 30 anni originaria della provincia di Siena ha realizzato il suo Indigo, uno spazio ibrido nel pieno centro storio della città dedicato alla contemporaneità, all’alte e alla cultura. La storia di Chiara e Alessia sono un bellissimo esempio di imprenditoria giovanile femminile che attraverso il linguaggi dei giovani hanno saputo ridare valore al centro storico della città riportando l’arte al centro. Andiamo a conoscerla!

Nel pieno centro storico di Perugia un salotto culturale come agli inizi del 900 come nasce l’idea?

«L’idea di Indigo è nata in maniera molto spontanea, dall’esigenza che sentivo da alcuni anni di avere uno spazio in cui l’arte non fosse percepita come qualcosa di respingente o di elitario. Lavorando in questo settore, mi sono resa conto di come il pubblico a volte sia intimorito da certi ambienti e tenda a evitarli. La nostra idea è nata da qui, dalla volontà di avere un luogo in cui potersi sedere e discutere di arte e cultura, magari davanti a un buon bicchiere di vino, o ad un tè. Avere un posto in cui poter unire diverse forme d’arte, diversi linguaggi dell’arte, ma anche in cui riscoprire certi sapori o profumi. Perugia è una città viva, piccola ma ricca di sfumature e di storia e il centro storico riesce a racchiudere questa molteplicità. Speriamo che con gli anni Indigo diventi un luogo in cui gli artisti e i visitatori possano realmente sentirsi a casa, liberi di creare e sperimentare, di interagire con lo spazio in maniera spontanea e positiva.»

Stimolare il dibattito e la crescita personale e collettiva, quant’è importante oggi per le nuove generazioni tornare a farlo?

«Mi ricordo la mia prima lezione di arte contemporanea all’università: la professoressa ci disse una frase di questo genere: “Dovete uscire da quest’aula con più domande e meno risposte rispetto a quando siete entrati”. Io credo che la chiave sia qui, le nuove generazioni hanno questo compito molto importante di stimolare le domande, lo scambio. La crescita ne è la diretta conseguenza. Una voglia di crescita che, mi auguro, riusciremo a trasmettere alle generazioni dopo la nostra. Inoltre credo profondamente nei circoli virtuosi, nel creare le condizioni ambientali affinché le idee germoglino e crescano, una volta innescato il processo le cose continueranno per il loro corso.»

Un consiglio che ti senti di dare e tutti quei ragazzi che hanno un progetto dedicato all’arte nel cassetto?

«Di essere tenaci. La tenacia, che va a braccetto con la pazienza, è una delle armi più potenti che abbiamo a disposizione. Tenacia nello studio, nella preparazione, tenacia nel perseguire il proprio istinto e tenacia ne non arrendersi di fronte alle difficoltà. Spero di non sembrare eccessivamente prosaica nel dirlo, soprattutto in un momento del genere, ma credo che perseverare nel bene sia un esercizio da fare quotidianamente. Poi, ciò che deve arrivare, arriva.»

Grazie Chiara!

Gloria Chiocci