Davide Maggio intervistato da Gloria Chiocci

Davide: “Non è più sufficiente basare la valutazione di una persona da inserire in azienda solo sull’analisi del suo CV è necessario creare un vero e proprio match valoriale tra società e candidati.”

Davide Maggio, 31 anni Siciliano di nascita e milanese di adozione. Dopo una Laurea in Psicologia e tre master in HR Management con certificazione Aicq Sicev n.007. Oggi è CEO & Founder di Jobify Recruiting una società di Head Hunting, che si occupa di ricercare e selezionare figure Middle Management in Italia, nei seguenti dipartimenti: It, Engineering, HR, Digital. Andiamo a conoscere insieme a Davide come nasce l’idea!

HR e intelligenza artificiale quali sinergie sono già in atto?

«Il settore delle risorse umane sta vivendo un profondo cambiamento negli ultimi anni, sia in termini culturali che, appunto, tecnologici. Oggi esistono numerosi strumenti tecnologici che supportano le attività HR, come ad esempio l’ATS (Applicant Tracking System), basato sull’intelligenza artificiale, ossia un software che permette ad un’organizzazione di raccogliere e organizzare i dati dei candidati e gestire tutte le fasi del processo di recruiting. Queste tecnologie devono essere intese come un supporto, e non una sostituzione dell’uomo, ossia come uno strumento da mettere al servizio dei professionisti HR, con lo scopo di far risparmiare tempo in quelle attività che non richiedono valore umano come, ad esempio, processare grandi numeri di dati ed estrapolare statistiche.»

Basare la ricerca del personale partendo dalle attitudini e dalla sinergia come si può?

«Questo è possibile partendo, innanzitutto, dalla consapevolezza che non è più sufficiente basare la valutazione di una persona da inserire in azienda solo sull’analisi del suo CV, e quindi delle hard e soft skills, ma è necessario creare un vero e proprio match valoriale tra società e candidati. Per fare questo, bisogna valutare quelle che sono le aspettative ed i valori professionali di una persona, affinché essi siano compatibili con la cultura aziendale ed il tipo di ambiente lavorativo nel quale va ad inserirsi. Questo avviene con un approccio consulenziale ed un metodo scientifico, che prevede la somministrazione di un’intervista preliminare ed un questionario di approfondimento ad aziende e candidati.»

Un consiglio da HR per i giovani startupper?

«Sulla base delle mie esperienze e del mio credo professionale, mi verrebbe da dare tre principali consigli ai giovani startupper: il primo è quello di avere il coraggio di fare e di portare sempre avanti ciò in cui si crede; il secondo è quello di ricordarci sempre di essere persone, prima ancora che professionisti, quindi rimanere umani, perché questo rappresenta la nostra unicità ed il nostro valore differenziale in ogni aspetto della vita; il terzo ed ultimo consiglio è quello di non sottovalutare mai il valore e la forza delle relazioni umane, che possono avere un impatto significativo sul business.»

Grazie Davide!

Gloria Chiocci