Sara Danese

Sara: “Negli ultimi anni, la tecnologia ha rivoluzionato l’industria del vino, consentendo di migliorare i processi di produzione, distribuzione e consumo”

Sara Danese, 34 anni dopo la triennale in Economia e Finanza all’Università di Padova, si è trasferita a Londra dove ha conseguito un Master in Risk Management and Financial Engineering presso l’Imperial College London e ha iniziato la sua carriera lavorando per start-up nel mondo della finanza fino a lavorare come analista finanziaria nella City di Londra. Oggi Sara è un’imprenditrice del settore vinicolo e lavoro tra Londra e la Cina. Da qualche anno ha fondato un’azienda che si occupa di import-export di vini pregiati con l’obiettivo di innovare uno dei settori più tradizionali. Recentemente ha unito due delle sue più grandi passioni: il vino e gli investimenti lanciando “In the mood for wine“, una pubblicazione settimanale su Substack dedicata alla nuova generazione di amanti del vino, investitori e collezionisti.

Sara quando è iniziata la tua storia nell’affascinante mondo del vino?

«La mia passione per il vino è nata come un semplice hobby, ma è cresciuta nel tempo fino a diventare una vera e propria passione. Ho iniziato ad approfondire i miei studi con il WSET e mi sono appassionata sempre di più a questo mondo. Ho deciso così di intraprendere un viaggio alla scoperta delle principali regioni vinicole, tra cui: Champagne, Piemonte, Rioja, Douro, Bordeaux e Borgogna, nonché la mia amata regione del Veneto. Questi viaggi mi hanno permesso di scoprire nuovi vitigni, metodi di produzione e le storie dietro ogni etichetta, rafforzando ancora di più la mia passione per il vino.

La mia passione per il vino mi ha spinto a viaggiare e scoprire nuovi paesi e culture. Così ho deciso di intraprendere un viaggio in Cina insieme al (futuro) co-fondatore di AZYA, Graham Moss, un informatico. Durante questo viaggio abbiamo notato il potenziale di portare i fantastici vini prodotti da cantine direttamente ai consumatori digitali. La Cina è infatti un mercato con un potenziale altissimo ma con alte barriere d’entrata e quindi difficile da penetrare per le cantine artigianali di piccole e medie dimensioni con budget limitati. In seguito a un incontro fortuito a Guangzhou con l’esperta di vino cinese Gardenia Yang, abbiamo iniziato a mettere le basi di AZYA, sviluppando l’innovativo modello DTC (direct-to-consumer, dalla vigna al consumatore finale) per il mercato dell’e-commerce cinese. Nel 2018, questo mi ha dato fiducia e mi ha spinto ad abbandonare la mia carriera in finanza per iniziare a esplorare il mercato dell’e-commerce cinese.

Recentemente, a seguito di un’esigenza dei clienti di AZYA, la cui conoscenza e sofisticazione aumenta di anno in anno, ho avviato un nuovo progetto: una newsletter chiamata In the mood for wine, che unisce la mia conoscenza di finanza e di vino. Negli ultimi anni, la forte impennata dell’inflazione ha spinto molti investitori privati (e professionisti!) a collezionare beni di lusso, tra cui vini rari e pregiati, con un particolare interesse registrato tra i millenials e Gen Z.In the mood for wine” è una guida per questi giovani collezionisti che parla di vini pregiati come un’asset class, che presenta vini considerati “da investimento” e spiega le dinamiche dei prezzi a breve e lungo termine.»

Come si fonde tecnologia e mondo del vino?

«Negli ultimi anni, la tecnologia ha rivoluzionato l’industria del vino, consentendo di migliorare i processi di produzione, distribuzione e consumo. La start-up italiana Saturnalia (con cui collaboro per In the mood for wine), con il supporto finanziario dell’ESA, utilizza dati satellitari per monitorare il clima, l’umidità e la temperatura durante la crescita delle uve, consentendo la valutazione delle annate prima dell’assemblaggio del vino.

Nonostante ciò, l’industria del vino ha un grosso problema legato all’invecchiamento dei consumatori. Alcuni sostengono che questo declino di consumo tra i giovani sia dovuto alla maggiore attenzione al benessere rispetto ai consumatori più anziani, ma le statistiche di mercato sfatano questo mito. Infatti, l’industria del vino negli anni ha investito meno in innovazione rispetto ad altri settori come la birra o i super alcolici per esempio.

Questa è stata la principale motivazione che mi ha spinto ad innovare nel settore del vino con due progetti: AZYA ed “In the mood for wine” nata per ispirare curiosità e fascino per il vino nelle generazioni più giovani, utilizzando un linguaggio e un metodo di vendita in sintonia con le loro esigenze. Tra questi, la trasparenza nel prezzo, la facilità nell’acquisto online e una comunicazione diretta attraverso social.»

Chi sono oggi i giovani cercatori di esperienze nelle cantine artigianali?

«I giovani consumatori e collezionisti di vino preferiscono esperienze autentiche e di qualità rispetto al mero consumo, il che si traduce in una tendenza a comprare meno ma a spendere di più per bottiglia.

Preferiscono i vini prodotti da cantine a conduzione familiare e artigianali piuttosto che dalle grandi aziende e sono molto attenti all’etica e alla sostenibilità delle pratiche agricole e di produzione utilizzate.

Queste tendenze vengono esemplificate dal boom dei cosiddetti ”grower champagne”. Questi produttori di champagne, che producono vino solo dalle loro proprie uve, invece di acquistare uve da altri viticoltori, stanno diventando sempre più popolari tra i consumatori che cercano produttori più piccoli, artigianali e di alta qualità. I loro vini presentano caratteristiche uniche che riflettono il territorio e le tecniche di produzione, e i consumatori apprezzano la loro autenticità e originalità. Inoltre, molti “grower champagne” stanno adottando pratiche agricole sostenibili e biologiche, attirando i consumatori interessati alle tematiche di sostenibilità ambientale.

Il boom dei grower champagne ha portato ad un aumento di interesse per le piccole cantine in tutto il mondo e per la valorizzazione dei terroir, come fattori distintivi dell’eccellenza del vino. I giovani appassionati di vino, infatti, sono curiosi e desiderosi di scoprire nuove etichette e di conoscere i processi di produzione, viticultura ed enologia, e hanno accesso ad un vasto bagaglio di informazioni sui social media, che permette loro di interagire con i produttori in qualsiasi angolo del mondo. Le nuove generazioni cercano maggior connessione, trasparenza ed esperienze personalizzate. Per il mondo del vino, questa tendenza rappresenta sia una sfida che un’opportunità.

La sfida consiste nel soddisfare le esigenze e le aspettative di un pubblico sempre più esigente e informato, attento alle tematiche etiche e sostenibili, alla qualità del prodotto e all’esperienza di consumo. L’opportunità, invece, sta nel creare nuovi canali di comunicazione e di vendita, innovare nella produzione e offrire un’esperienza personalizzata e coinvolgente.»

Grazie Sara!

Gloria Chiocci