Marco Deiosso, classe 1993 è il fondatore di 181travel, un startup che opera nel mondo del turismo. Dopo aver avviato Nausdream come marketplace di esperienze a soli 23 anni, ha preso la decisione audace di abbandonare gli studi in Economia per concentrarsi a tempo pieno sul suo business. Il suo viaggio imprenditoriale lo ha portato da Cagliari a destinazioni internazionali, incluso un percorso di accelerazione a Porto Rico. Nel 2020, ha trasformato Nausdream in 181travel, una startup nel settore dei viaggi, con una crescita del +800% rispetto al periodo pre-pandemia nel 2021. Oggi, Marco Deiosso sta ridefinendo le regole del turismo, mettendo l’accento sull’esperienza e sulla valorizzazione delle realtà locali, con l’obiettivo di diffondere una nuova cultura del turismo autentico e responsabile. Andiamo a conoscere insieme la storia di Marco!
Marco con 181travel desideri riscrivere le regole del turismo esperienziale in che modo?
«L’attributo “esperienziale”, purtroppo abusato in molti campi è, a tutti gli effetti, elemento essenziale del nuovo modo di proporre turismo, viaggio e ospitalità. Nel nostro non siamo inventori, ma innovatori. Ci occupiamo del viaggio, prima e dopo, ma il nostro focus è il “durante”: con il nostro servizio offriamo la destinazione a 360°: raccontiamo il territorio, ne facilitiamo l’esplorazione con totale accessibilità e compatibilità e siamo profondamente digitalizzati; inoltre, abbiamo internalizzato nel nostro “viaggio” anche una piccola realtà che seleziona e commercializza tipicità di piccoli produttori locali.»
Come oggi si può riscrivere una cultura del turismo fuori dai classici schemi?
«Per evolversi, sull’onda dei progressi digitali e informativi, diventano fondamentali il senso dell’accoglienza e il valore umano, elementi che non possono essere bypassati ma solo coadiuvati dalla tecnologia. Trasmettere l’autenticità di territori, tradizioni e culture è possibile solo attraverso l’accoglienza, in ogni destinazione in cui operiamo, questa è offerta da Ambassador locali, che sanno come muoversi, come accogliere e coinvolgere il viaggiatore per fargli vivere Esperienze. L’idea è di trasformare l’Ospitalità tradizionale, rendendola un’Ospitalità in destinazione, integrando il viaggiatore con il territorio e le sue peculiarità identitarie.»
Giovani e viaggi un consiglio ai giovani che desiderano intraprendere un percorso lavorativo in questo settore?
«Il mondo dei viaggi genera sempre un forte appeal. Per incrementarne il fascino, “già oggi positivo”, sarà opportuno lavorare alla trasformazione dell’offerta con maggiori innovazioni, personalizzazioni e specializzazioni. La verticalità e la formazione sono elementi vincenti per superare anche il cruccio della stagionalità degli impieghi. Il turismo, soprattutto quello di prossimità, è un settore affascinante ma per certi versi logorante, devi essere un po’ psicologo, un po’ avvocato e un po’ mediatore. devi conoscere l’identità del territorio e saperla trasmettere. È un impiego che richiede notevoli soft skill, che richiede pura passione.»
Grazie Marco!
Gloria Chiocci