Questa settimana vi racconto l’esperienza di Andrea Gattini, 29 anni di Roma, CMO & co-fondatore di Filo la startup di Internet of Things che è stata presente allo stand Qualcomm del CES di Las Vegas, come uno dei loro migliori casi dell’anno.
Come e quando l’applicazione dell’Internet of Things può migliorare la nostra vita in termini di sicurezza e protezione?
«Quando sentiamo parlare di IoT ci si riferisce a tutti quei dispositivi connessi ad internet, tra i tanti ruoli che ricoprono possiamo ricordare tutti i dispositivi per la sicurezza e la protezione delle persone.
Come esempio possiamo prendere quella che è stata la Fase 2 della pandemia, ovvero la riapertura post lockwdown, dove a lungo si è parlato di strategie legate alla sicurezza e al distanziamento. L’applicazione dell’IoT attraverso l’utilizzo di dispositivi bluetooth, come wearable device, avrebbe aiutato l’intero flusso di monitoraggio nella quotidianità e nelle scuole.»
Due domande nascono spontanee: Come questa tecnologia impatterebbe sul nostro stato di consapevolezza dato che costantemente ci ricorda di dover mantenere le distanze? E che, in parte, si sostituirebbe al nostro senso di responsabilità?
«Con Filo, dal 2014 ci occupiamo di IoT e da sempre ci poniamo queste domande, infatti il nostro scopo è creare prodotti e tecnologia che valorizzino la persona senza diventarne un sostituto. Ad esempio lo abbiamo fatto con Tata Pad, un dispositivo per seggiolini che aiuta a prevenire il rischio di abbandono del bambino in auto a causa del fenomeno dell’amnesia dissociativa.»
Tata Pad è il vostro cuscino anti-abbandono che rileva la presenza del bambino sul seggiolino dell’auto e avverte i genitori attraverso lo smartphone, com’è nata questa idea così importante per i neogenitori?
«L’idea di Tata Pad è nata invece agli inizi del 2018 quando stavamo sviluppando prototipi e tecnologie wearable da applicare al mondo bambini; quando si è poi iniziato a parlare di una possibile legge per combattere il fenomeno dell’amnesia dissociativa, abbiamo riadattato la tecnologia sviluppata all’interno di un piccolo cuscino – appunto Tata Pad – da applicare al seggiolino in auto. Da lì è stato un rapido successo: prima abbiamo incontrato l’entusiasmo di persone attente alle nuove tecnologie durante la Maker Faire, poi quello dei genitori durante le fiere a loro dedicate e in ultimo, con l’avvio della legge, quello dei clienti.»
Come la pandemia ha cambiato il vostro business?
«L’impatto della pandemia è stato importante in quanto nei primi mesi del 2020 eravamo in forte crescita con il nostro prodotto Tata Pad, lanciato a Novembre 2019. Anche se i problemi più grandi li abbiamo avuti dal mondo della distribuzione organizzata; con il lockdown e la chiusura dei centri commerciali abbiamo registrato una drastica riduzione delle vendite del prodotto che erano già cominciate intorno al 4-5 marzo con la chiusura delle scuole. Non è stato semplice riorganizzarsi, ma abbiamo colto il momento di difficoltà per sviluppare progetti che probabilmente non avremmo mai sviluppato con questa rapidità a causa delle operatività quotidiane.
L’esempio perfetto è stato la creazione del nostro blog, un punto di riferimento per i neo-genitori in Italia dove leggere (e ascoltare anche sul nostro podcast GenitHeroes) spunti e consigli contemporanei su come affrontare al meglio la moderna genitorialità da parte di esperti del settore, come pediatri e pedagogisti.»
Grazie Andrea!
Gloria Chiocci