Startup Geeks è il punto di riferimento online per le nuove startup in Italia

Molliamo tutto e andiamo in Germania! Proprio così inizia l’avventura di Giulia D’Amato e Alessio Boceda di founders di Startup Geeks!

Dall’Italia alla Germania? 

«Non avremmo mai pensato di poterlo fare e invece lo abbiamo fatto! All’epoca vivevamo a Milano io lavoravo per Gympass una startup Brasiliana e Alessio per la multinazionale. Un giorno gli proposero di andare in Germania, in pochissimo tempo io ho mollato il lavoro e mi sono trasferita con lui. All’inizio non parlavo tedesco e ero carente anche con l’inglese. All’inizio è stato molto difficile e dopo un paio di settimane mi sono buttata alla ricerca di un nuovo lavoro. Il nostro piano era quello di lavorare per un paio di anni in Germania anche se l’idea rimaneva quella di tornare in Italia per creare una famiglia. Dopo poco trovai un lavoro a tempo indeterminato all’interno di un incubatore di startup. Eravamo super felici, firmai il contrato a giungo per iniziare effettivamente a lavorare a settembre dopo il matrimonio e il viaggio di nozze.»

Il vostro è stato un viaggio di nozze davvero particolare… 

«Dopo il matrimonio partimmo per il viaggio di nozze in Perù. Tra una meta e l’altra leggevamo il report dell’Unione Europea, dove riportava che l’Italia si trovava in 25 posizione su 28 nella per digitalizzazione. Questo perché ancora c’è poca conoscenza del digitale. Mentre eravamo sul bus per Arichita (in Perù) ci siamo detti: “Facciamo qualcosa!” Abbiamo iniziato a fare business plan e a guardare i blog che si occupavano di startup in Italia, il resto del viaggio di nozze è stato così! Il viaggio di nozze ci ha motivato tantissimo perché sapevamo che al rientro avevamo avuto qualcos’altro da fare insieme.»

Dopo il viaggio di nozze cos’è successo?

«Torniamo in Germania e io non inizio il mio nuovo lavoro perché ero completamente presa sul nuovo progetto (contrariamente a quello che mi consigliava Alessio o i miei genitori) nella mia testa pensavo che se mi andava male avrei comunque potuto cercare un nuovo lavoro.

Iniziammo a scrivere il blog ci chiamavamo “Specialisti del web” e iniziammo a chiedere alle startup come utilizzavamo il digital marketing attraverso delle interviste. Con questo primo esperimento notammo che i founder erano poco motivati a raccontare quello ma piuttosto desideravano raccontare la loro idea imprenditoriale o la propria storia. Abbiamo iniziato con tre domande alle startup – fisse e uguale per tutti – alla decima mi sono detta: “Che noia!” Non poteva essere! Da quel momento abbiamo iniziato a fare domande video notando che in questa modalità riuscivamo a fare emergere di più. Da quegli stessi video abbiamo iniziato a estrapolare l’audio e a creare podcast. La nostra idea è quella che l’intervista deve servire a un altro imprenditore o aspirante tale da stimolo e guida.»

Quando avete scelto di tornare in Italia per raccontare da vicino la vita delle startup? 

«Dopo un paio di mesi che era partito il progetto intorno a dicembre 2018. Un giorno ci siamo guardati negli occhi e abbiamo preso consapevolezza che non potevamo continuare a raccontare storie italiane dalla Germania. Mollammo tutto e a febbraio 2019 tornammo in Italia.

Oltre alle interviste e ai podcast, cerchiamo di aiutare le startup per la ricerca dei co-founder per ampliare i loro team. Oltre a questo gestiamo la community online per founder con più di 30 mentor che aiutano a tempo libero e gratuitamente i nuovi startupper perché credono nell’ecosistema. Ad oggi all’interno della community ci sono più di 150 founder e la cosa bella + che si aiutano moltissimo tra loro.»

Cosa contiene l’ebook? 

«L’ebook è composto da ricerche verticali, questo perché spesso gli imprenditori ci chiedono: “Vorrei investire su una startup del food, quale ci consigliate?” Noi facciamo ricerca prendendo in analisi 200 startup, le contattiamo e da li ne scegliamo 50 e cerchiamo di metterle in contatto e farle conoscere con gli investitori. Questo perché il problema di tante startup è che non si sa dove trovarle e come contattarle, perché spesso non hanno un sito web o una pagina social aggiornata.»

Un messaggio che desideri lasciare ai giovani startupper?

«A livello motivazionale e umano, non avete paura del cambiamento, abbracciatelo e siate molto flessibili e non pensate che l’idea che avete all’inizio è quella e si porterà avanti. Ricordatevi anche che il principale obbiettivo delle startup è quello di risolvere un problema e per prima cosa, il problema non deve essere solo tuo! Se stai studiano o lavorando inizia a portare avanti la tua idea per capire se è davvero la tua strada. Se ti metti a lavorare nei weekend o nel tempo libero significa che quando mollerai quello che stai facendo ora, lo farai perché è davvero quello che desideri. Fare startup significa fare impresa e non è per tutti, ci vedi mettere tempo, soldi e dei essere disposto a scendere a patti e farti aiutare e guidare. Ma soprattutto condividete la vostra idea sempre perché i feedback sono quelli che ti faranno migliorare sempre.»

Gloria Chiocci