Filippo Piazza

Filippo: “Negli anni ho fuso le esperienze di investimento e di startup in fondi di Venture Capital”

Filippo Piazza, 29 anni, è  originario di Torino con un background internazionale. Dopo il liceo scientifico, ha conseguito due lauree magistrali in Giurisprudenza e Management, arricchendosi di esperienze in Spagna, Hong Kong e non solo. Attualmente, lavora nel Venture Capital per un fondo legato ad Angelini Industries, investendo in start-up a livello globale. La sua passione per l’innovazione e l’impatto sociale si riflette nel suo impegno nel coinvolgimento con gli stakeholder e nella volontà di creare valore. Al di là del lavoro, Filippo trova ispirazione nello sport, soprattutto nello sci e nella vela, che gli insegnano valori di resilienza e determinazione. Determinato a condividere le sue esperienze e a perseguire nuove sfide, Filippo è un punto di riferimento nel mondo dell’innovazione, andiamo a conoscere insieme la sua storia!

Filippo, come ti sei avvicinato al mondo del venture capital? Cosa ti ha ispirato a intraprendere questa carriera e quali sono state le tue prime esperienze?

«La mia passione per gli investimenti ha radici in uno spirito imprenditoriale innato, forse influenzato dall’aria di azienda respirata in casa. Durante un hackathon da Google a Tel Aviv, ho scoperto il desiderio di contribuire a progetti ad impatto significativo e durante l’università ad Hong Kong sono entrato in contatto con il Venture Capital: l’attrazione è stata immediata!

Le esperienze in M&A hanno confermato l’interesse per gli investimenti, ma anche la necessità di un ambiente dinamico dove poter contribuire a sviluppare progetti, guardandoli da vicino. Mi sono unito a un team che lanciava una venture per Rocket Internet e, successivamente, ho fuso le esperienze di investimento e di startup in un fondo di Venture Capital. In TIM Ventures ho seguito nuovi investimenti e il business development, e oggi, contribuendo al lancio di Angelini Ventures, mi occupo di investimenti internazionali principalmente nel campo della salute digitale.»

Quali criteri o fattori principali consideri quando valuti se investire o meno in una start-up?

«Come venture capitalist, ho investito in diversi settori, tra cui fintech con Satispay, digital health con Serenis, martech con Webidoo. In ogni fase di investimento, il team è il fulcro, specialmente nell’early stage, dove i founder sono il motore propulsore della startup. Elementi cruciali includono il mercato di riferimento, il modello di business, la soluzione tecnologica e le strategie di exit. Ogni settore ha poi fattori specifici; ad esempio, nella salute si fa molta attenzione agli aspetti regolatori, la validazione clinica e la proprietà intellettuale. Nel Corporate Venture Capital, a seconda degli obiettivi, è essenziale considerare aspetti strategici a breve termine per rafforzare il business o a medio-lungo per accedere all’innovazione di frontiera e identificare mercati futuri.»

Qual è il consiglio principale che daresti a uno startupper che sta cercando di avvicinarsi al mondo del venture capital e cercare finanziamenti da investitori? Quali aspetti o strategie dovrebbero considerare attentamente?

«Consiglio di selezionare l’investitore con attenzione, considerando che un fondo non apporta solo finanziamenti, ma anche know-how e contatti (know-who). Trovare il partner giusto per la startup è cruciale, in quanto il supporto che può essere offerto al portfolio è significativo. Durante la raccolta fondi, la conoscenza approfondita del portfolio, della rete di contatti e dei co-investitori, insieme alla comprensione della storia e dell’esperienza dei partner e del team, fa la differenza nella scelta del fondo di venture capital. Questo vale ancor prima, nel selezionare i fondi da approcciare e per preparandosi agli incontri (per fare una buona impressione!). Inoltre, consiglio di interagire con l’ecosistema, apre diverse opportunità. Come investitore, cerco attivamente di far parte di network che mi diano visibilità sulle startup, ma anche che supportino le startup e il match-making, contribuendo così a rafforzare e restituire valore all’ecosistema

Grazie Filippo! 

Gloria Chiocci